Vaccini anti Covid in Italia e terza dose, “l’evidenza scientifica e il confronto con la comunità internazionale ci porterà, passo dopo passo, a valutare” la dose ‘booster’ “eventualmente anche per altre categorie, che oggi però sono fuori da quelle indicate”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo a un’interrogazione al Question time alla Camera.
“La terza dose – ha ricordato – è stata autorizzata nel nostro Paese in sintonia con le indicazioni dell’Ema”, l’Agenzia europea del farmaco, “prima di tutto per gli immunocompromessi. In questo caso la somministrazione deve avvenire non prima di 28 giorni” dopo la seconda “e tecnicamente per la comunità scientifica non si tratta di un vero e proprio richiamo o ‘booster’, ma di un completamento del ciclo di vaccinazione primaria. Le altre categorie che sono state autorizzate dalle autorità regolatorie italiane sono: gli ultra 80enni; gli ospiti delle Rsa, e questa è una valutazione figlia di una storia che conosciamo bene, di penetrazione del virus nelle Rsa; il personale sanitario a partire dai più anziani; i fragili di ogni età, oltre che gli ultra 60enni. Il richiamo per tutte queste categorie può avvenire solo dopo 6 mesi dal completamento del ciclo primario”.
“La vaccinazione” anti-Covid “con la terza dose in Italia è iniziata nell’ultima decade di settembre e ad oggi risultano somministrate oltre 700mila” di queste dosi. “La terza dose rappresenta un pezzo importante della nostra strategia di contrasto al virus e proprio oggi è ancora più fortemente raccomandata nelle categorie indicate”, sottolinea ancora il ministro.
Speranza ha fatto anche il punto sulla campagna vaccinale in generale: “Oggi i numeri dell’Italia sono fra i più significativi a livello europeo e globale: siamo arrivati, dati di stamattina, all’85,76% di prime dosi nella popolazione sopra i 12 anni e all’81,55% di persone che hanno completato il ciclo vaccinale sempre sopra i 12 anni”.
“Dobbiamo continuare su questa strada – ha concluso il ministro -. Ogni vaccino in più significa avere uno scudo più forte, soprattutto in una stagione più complicata come quella che sta arrivando, in cui le persone più facilmente vivono in ambienti chiusi e le temperature scendono”.
“Il Green pass – ha continuato Speranza – rappresenta un pezzo fondamentale della strategia del Governo nella gestione di questa fase dell’epidemia. E’ uno strumento che ormai gli italiani hanno imparato a conoscere ed è anche utilizzato in modo consistente, se si considera che a stamattina sono circa 103 milioni i Green pass che sono stati scaricati nelle tre fattispecie, cioè vaccinati, persone che hanno contratto il Covid e persone che hanno avuto un test negativo”.
Il certificato verde “è uno strumento importante perché rende più sicuri i luoghi dove si utilizza”, ha osservato il ministro. Ma “ha anche sicuramente prodotto un effetto importante di natura incentivante sulla nostra campagna di vaccinazione”.