Diventa definitiva la condanna a sei anni per Stefano Manni responsabile di aver promosso, costituito e organizzato l’associazione “Avanguardia Ordinovista” che si rifaceva al disciolto movimento “Ordine nuovo” e che progettava atti di violenza al fine di destabilizzare l’ordine pubblico, reperendo armi e tentando di autofinanziarsi commettendo rapine.
La Prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Manni, arrestato nel 2014 nell’ambito dell’operazione ‘Aquila Nera’, contro la sentenza della Corte di Appello dell’Aquila che gli aveva inflitto sei anni di reclusione così come in primo grado. L’associazione aveva tra i suoi scopi anche l’incitamento all’odio e alla discriminazione razziale e il compimento di atti di violenza per motivi razziali.