“La libertà è più forte della paura. La minaccia del terrorismo è reale, ma la affronteremo. Distruggeremo lo Stato Islamico e le altre organizzazioni che cercano di colpirci”. Era dal 2010 che il presidente Obama non pronunciava un discorso in diretta televisiva dal famoso Studio Ovale della Casa Bianca. E stavolta, allindomani della strage di San Bernardino, Obama ha scelto di rivolgersi agli americani in maniera solenne, cercando quellafflato emotivo che solo parole dorgoglio può risvegliare: Non vinceremo abbandonando i nostri valori o con la resa alla paura ha detto il numero uno degli States – Questo è quello che vogliono i gruppi come l’Is. Vinceremo con la forza e l’intelligenza, se saremo resistenti e implacabili. E utilizzando ogni aspetto della potenza americana. Bianchi e neri, latinos e asiatici, immigrati e nati in America, madri e padri, figli e figlie… tutti parte della famiglia americana. Non abbiamo prove che i killer siano stati guidati da un’organizzazione terrorista all’estero – ha quindi aggiunto il presidente – avevano abbracciato un’interpretazione perversa dell’Islam e hanno compiuto un atto di terrorismo, inteso ad uccidere innocenti”. Perché, quella vissuta dagli abitanti della California nei giorni scorsi, è una minaccia terroristica “che si è evoluta in una nuova fase”, ha precisato Obama rivolgendosi al suoi popolo come “comandante in capo” ma anche “come padre di due figlie, la parte più preziosa della mia vita”. Il presidente ha così stilato in quattro punti la migliore strategia per opporsi allo Stato Islamico: 1) i raid aerei americani continueranno a colpire “i leader dell’Is, le loro armi pesanti, le autocisterne di petrolio, le infrastrutture. 2) proseguirà l’addestramento e l’equipaggiamento di “decine di migliaia” di forze irachene e siriane che combattono l’Is sul terreno. 3) lavoreremo con amici e alleati per “sgominare complotti, tagliare finanziamenti e impedire il reclutamento di combattenti. 4) “con la leadership americana” stiamo perseguendo un processo per giungere “ad un cessate il fuoco e ad una soluzione politica in Siria”. Ma, soprattutto, Obama ha voluto sottolineare che, come si usa ora dire da noi (un modo davvero odioso), i soldati americani non poggeranno lo scarpone sulla terra siriana e, sottolineando che sono 65 i paesi impegnati contro lo Stato Islamico nella coalizione a guida americana, ha dichiarato: ’’Non ci faremo trascinare in una lunga e costosa guerra di terra in Siria e in Iraq”. Quindi è seguita lesplicita richiesta al Congresso perché “autorizzi l’uso continuato della forza militari contro questi terroristi”. LAmerica dunque non scenderà a terra per combattere (“è ciò che vogliono”, dice), “Loro sanno che non possono sconfiggerci sul campo di battaglia. Ma sanno che se occuperemo terre straniere potranno mantenere per anni delle insurrezioni, uccidere migliaia di nostri soldati, drenare le nostre risorse e usare la nostra presenza per trovare nuove reclute”.
M.