Rafa Nadal da anni convive con la sindrome di Müller-Weiss, una displasia dello scafoide tarsale, ossia una deformità di una delle ossa situate nella parte centrale del piede. Un infortunio che si porta dietro dai primi anni di carriera e che ancora oggi lo porta, a volte, ad avere difficoltà nei movimenti e dolore.
Come successo nel corso agli ottavi di finale degli Internazionali di tennis di Roma, nella gara contro Denis Shapovalov. Nadal ha perso e in conferenza stampa ha spiegato anche il motivo per cui il suo volto era così sofferente: “Se non prendo alcun antinfiammatorio, sono zoppo. Continuerò così fin quando sopporterò e fin quando la testa non mi dirà basta”.
Ha spiegato il tennista spagnolo, uno dei più grandi della storia: “È difficile capire la mia quotidianità, non ho intenzione di fare la vittima. Mi sveglierò malissimo perché non prenderò niente, vivo con tanti antinfiammatori perché altrimenti non posso allenarmi. Non sono infortunato, sono un giocatore che vive con un infortunio”.
C’è solo un motivo per cui Nadal continua a farlo: “Gioco per essere felice, ma ovviamente il dolore ti toglie la felicità, non solo di giocare ma di vivere. Il mio problema è che per molti giorni vivo con troppo dolore. Mi piace quello che faccio, ma mi dà molti giorni di infelicità”. E continuerà a giocare finché la testa reggerà. “Non smetterò di crederci, di lottare, di generare opportunità per me stesso. In questo non fallirò, lo farò nel miglior modo possibile. Ma arriverà un giorno in cui la testa mi dirà basta”, ha concluso il tennista.