Quanti di voi hanno davvero voglia, o per altri versi l’esigenza, di dimagrire? Quanti si disperano per la mancanza di tempo prima che l’estate arrivi davvero ancor più nel vivo, ora che siamo al clou, e il fisico non sarà pronto?
Nell’alveo delle innumerevoli diete che sono a disposizione nel ‘mercato’ di settore, ne arriva un’altra di cui da più parti si sta parlando abbastanza, in un verso o nell’altro. si tratta della Dieta Welcome Weight.
Le diete dimagranti sono una vera e propria giungla, c’è da dire. Ogni giorno ne sbuca una, e sono tutte più o meno diverse, e spesso contrastanti tra di loro. Ne esiste una efficace più di un’altra, ne esiste una più pericolosa? E’ complesso rispondere in tal senso ma, di sicuro, si tratta di avere a che fare con un mercato apertissimo. Ed è in questo solco che si inserisce anche la Dieta Welcome Weight.
Dieta Welcome Weight, un nome particolare. Già. Ma cos’è e come funziona? Le origini di questo regime alimentare affondando le radici nella nota dieta Weight Watchers, sorta negli anni 60 e basata su di un regime a punti, laddove ogni alimento ottiene un punteggio, appunto, in base alla calorie.
Vale a dire, nel dettaglio, che ogni cibo produce un punto dovuto alle calorie, al contenuto di grassi e, in altri contesti, al contenuto di fibre.
Il livello di punti da ottenere ogni giorno dipende dal peso e dal sesso, e più si perde peso e più i punti aumentano. Alla dieta si associa una buona attività fisica pe inoltre esiste un sistema anche divertente per ‘sgarrare’, ovvero quello di “risparmiare” punti qua e là per per concedersi un eccesso.
La base della dieta, comunque, è la condivisione. Si incoraggia, in tal senso, la partecipazione a gruppi di affiliati, così che ognuno possa parlare di come sta andando la sua dieta e confrontarsi.
C’è da dire che in Italia questo regime è stato poco fortunato: sparendo man mano, è stato cambiato con la più moderna dieta Welcome Weight. Cosa cambia? L’idea della condivisione in gruppi di utenti è rimasta, ma è cambiato il modo di contare i punti della dieta.
In pratica, seguendo una classica forma di conteggio con indicazioni per categorie in frutta [Fr], verdura [Ve], carboidrati[Ca], proteine [Pt], grassi [Gr] e latticini [La] si è, nei fatti, al cospetto di una quantità di punteggio massimo da ottenere.
Ovvero, c’è un massimo di porzioni da consumare: ogni volta chesi consuma un pasto, è doveroso barrare tutte le varie caselle dei cidi assunti e fare il calcolo.
Molti specialisti criticano la ‘piramide alimentare’ di questa dieta, e il fatto che, andando a coprire troppo genericamente le catogire alimentari, genera confusione e impreprarazione.
Le caselle di questa dieta, per esempio, non prevedono specifiche su quantità e qualità delle caselle di alcuni elementi (come i carboidrati o igrassi). Per fare un esempio, una pasta bianca o del farro integrale hanno lo stesso valore.
Anche le indicazioni sulla metodologia di preparazione dei pasti, secondo gli specialisti, è controversa.
In favore di questo regime, certo, c’è il fatto di poter consumare una variegata branchia di gruppi alimentari e la associazione alla condivisione ed alla attività fisica: di contro, appunto, la poca chiarezza su contenuti e qualità.