“Siamo in Iran non solo per fare accordi economici” ha detto il premier. “Certo, sono tante le occasioni di business che vanno colte e noi faremo di tutto per farlo, ma prima di tutto c’è il sentimento comune di due grandissime civiltà”. Poi: “Se riusciremo a implementare l’accordo politico sul nucleare come cerchiamo di fare, saremo in grado di dare un messaggio di pace e stabilità a tutta l’area”. Il presidente del Consiglio, intervenendo a margine del forum business Italia-Iran (che ha preceduto il viaggio di ritorno), non trascura la questione migranti, e le conseguenti crisi umanitarie: in special modo quella siriana, con milioni di profughi, un numero “15, 20 volte quello che sono arrivati da noi. Paesi più piccoli del nostro come il Libano ne accolgono molti di più di quanto facciamo noi. Ci sono crisi umanitarie spaventose, lavoriamo insieme anche su altre sfide geopolitiche”. Quindi, tornando al rapporto con lIran, Renzi ha voluto sottoscrivere “il sentimento comune di valori e patrimoni da condividere. Inoltre c’è la convinzione che il ruolo che può giocare l’Iran a livello geopolitico è importantissimo per tutta la regione”. Tanto per dare unidea dellentità degli accordi economici e non – che il Paese si appresta a stringere con il governo di Teheran, ricordiamo che oltre a una massiccia presenza del governo italiano (il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e il viceministro allo Sviluppo Ivan Scalfarotto), la delegazione italiana vanta inoltre la presenza di ben 40 aziende italiane presenti mentre sono 18 (molto importanti) gli accordi firmati dalle imprese in questi due giorni. Al momento sono stati firmati contratti per 20 milioni di euro.
M.