(Adnkronos) – ”Non sono io che devo rispondere, è un discorso che riguarda la politica. Bisogna lavorare in concordia e recuperare un’armonia. Nella mia carriera ho cercato sempre di mantenere il massimo equilibrio, ovviamente non si può fare il Teatro di Roma senza il Comune di Roma, al di là delle questioni economiche intendo come fatto morale e civile. Francamente non credo si possa mai aver trovato nei miei cartelloni un orientamento politico di qualche tipo. Non bisogna mai essere il teatro solo di un pezzo di una comunità ma un teatro di tutta la comunità, su questa linea io sono a disposizione”. Lo ha detto all’Adnkronos Luca De Fusco, neo direttore generale del Teatro di Roma, la cui nomina è stata contestata dal Campidoglio con il sindaco Gualtieri che ha parlato di una scelta ”assunta con la forza” e di ”prepotente occupazione” da parte della destra.
Quanto alla legittimità della nomina, dice, ”non sono un giurista, posso solo dire che ho diretto teatri per 25 anni e quando il collegio revisore dei conti certifica la regolarità di una seduta non mi è mai capitato che poi qualcuno dicesse che questa regolarità non ci fosse. Penso che la mia nomina sia regolare. A quel che leggo non era una nuova seduta che si poteva sconvocare, ma il proseguimento della seduta del lunedì sera: è come se ci fosse stato un break ma invece che di un’ora per mangiarsi un panino è stata una pausa di qualche giorno”. De Fusco ammette l’assenza al momento della nomina del presidente della Fondazione Siciliano e del consigliera delegato del Comune di Roma Di Iorio, ma , sottolinea, ”erano nella stanza accanto”.
De Fusco si dice ”contento” della nomina. ”Abito in questa città da 40 anni, ho diretto Napoli, Venezia e Catania ma mai Roma. Sono però molto dispiaciuto per il clima politico che si è determinato, spero che si possa recuperare presto. Certo è, non lo dico polemicamente ma come dato di fatto, l’idea che si dovesse rimandare ulteriormente mi sembra sbagliata: questo Teatro ha battuto ogni record, senza direttore per circa tre anni, non esiste nessun caso così in Europa. Tra 10 giorni poi bisogna presentare la domanda al ministero per i finanziamenti, Catania, con il teatro che dirigevo fino a stamattina, abbiamo già fatto approvare il programma artistico e la relativa parte economica, qui a Roma ancora bisogna fare tutto. I tempi dunque mi sembra fossero ampiamente maturi”.