E’ stato raggiunto, tra i sindacati e i vertici del Teatro dell’Opera di Roma, un accordo che eviterà il
licenziamento di 180 membri dell’orchestra e del coro. Si poteva fare meglio -afferma Pasquale Falliaci, esponente del SLC, Sindacato dei lavoratori della
comunicazione-. A questa soluzione si è arrivati grazie a un lavoro di discussione approfondita
sul funzionamento del Teatro, uscendo fuori dal tunnel in cui ci eravamo cacciati per via dell’
autoreferenzialità imposta dalla governance della Fondazione. Se c’è un accordo oggi lo si deve alle
relazioni sindacali”. L’accordo, sottoscritto da tutti e 7 i sindacati, prevede una razionalizzazione del processo
produttivo e risparmi su tutta la linea -chiarisce il sindacalista-. Quanto ai lavoratori, come al solito
pagheranno il costo più alto con una decurtazione in busta paga di circa il 10%.
Si arriverà così a un risparmio d circa 3,4 milioni di euro, evitando il licenziamento per una grande
fetta dei componenti degli artisti del Teatro dell’Opera.
E’ il segno di una grande assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori e di tutte le
sigle sindacali. L’accordo permette alla Fondazione di superare i gravi problemi economici e
organizzativi attuali e getta le basi per una maggiore produttività, per una crescente qualità artistica
e il mantenimento dell’efficienza economica” asserisce il sovrintendente della Fondazione lirica
capitolina, Carlo Fuortes.
Un successo per tutta la città, così commenta quest’evento il sindaco della capitale, Ignazio
Marino, l’Opera può tornare al lavoro con serietà e serenità, sperando che questo possa
convincere anche il Maestro Muti, che resta in ogni caso direttore onorario a vita, col tempo, a
rivedere le sue decisioni.