E prevista per domani la giornata del tax day: imprese e famiglie italiane dovranno versare ben 51,6 miliardi di euro di tasse. Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irap, addizionali comunali/regionali e tante altre. Dellammontare totale, 34,8 miliardi finiranno nelle casse dellerario, 11 miliardi in quelle dei Comuni e 5,3 nelle casse delle Regioni. A comunicarlo è la Cgia di Mestre, specificando che dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio, infine, gli enti camerali incasseranno dalle imprese 500 milioni di euro. Dopo labolizione della Tasi sulla prima casa, che porterà per lanno appena trascorso (2015) a risparmi per 3,5 miliardi di euro, il conguaglio economico più importante del 2016, per le famiglie italiane, arriva dal pagamento della prima rata dellImu-Tasi sulle seconde/terze case e sugli immobili ad uso strumentale. Inoltre, la Cgia ha rammentato che per i proprietari di ville, di abitazioni di lusso e di dimore signorili (categorie catastali A1, A8 e A9), i tributi saranno dovuti. Secondo una stima dellUfficio studi, la prima rata dellImu relativa a questa tipologia di immobili consentirà ai Comuni di incassare 45,6 milioni di euro. Per quanto riguarda lIres (Imposta sui redditi delle società di capitali): le imprese saranno chiamate a versare poco più di 8,5 miliardi di euro. Tuttavia, le aziende con dipendenti beneficeranno di un minore peso fiscale Irap, grazie alleliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro. Il Governo ha deciso di far slittare al 6 luglio 2016il termine per effettuare i versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi, Irap e unificata per i contribuenti soggetti agli studi di settore. Una decisione che – osserva l’associazione Cgia – ha il sapore di una beffa, perchéancora una volta arriva allultimo istantequando una buona parte dei contribuenti ha già effettuato il pagamento”.Dal pagamento di tutte queste tasse – sottolinea il coordinatore dellUfficio studi della Cgia Paolo Zabeo si evince che il processo di semplificazione fiscale iniziato quindici anni fa sta segnando il passo. Oltre a ridurre il carico fiscale, bisogna assolutamentesfoltire la giungla normativache compone il nostro ordinamento tributario, per consentire ai piccoli imprenditori di liberarsi da una burocrazia e da un numero di adempimenti che sono diventati eccessivi ed estremamente costosi. Non dobbiamo dimenticare che i più penalizzati da questa situazione così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non possiedono una struttura amministrativa in grado di adempiere a tutte queste incombenze, conclude infine.
D.T.