Ancora un duello, ancora una volta sulla Tav, ancora una volta tra di loro: da una parte Matteo Salvini, dall’altra Luigi Di Maio. I due vice premier sono ancora su posizioni discordanti su uno dei cavalli di battaglia della componente governativa leghista, la TAV, e sulla quale, come è noto, la parte grillina è invece fortemente contraria.
Nel mezzo, c’è la figura di Toninelli che chiarisce: “E’ possibile andare avanti fino a fine legislatura, se il Carroccio fa le cose per bene”.
In pratica, il ministro dei Trasporti conferma il suo no alla realizzazione dell’opera: “E’ una bidonata”. Ma poi si fa più positivo sulla Napoli-Bari: “Serve, e non si fanno favori alla Francia”.
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Insomma, un sovraccarico di distanza sul tema Tav : da una parte Salvini, dall’altra Di Maio e Toninelli che proprio su questo aspetto criticano il numero uno del ministero dell’Interno. “Salvini era contro. Spieghi perché ha cambiato idea”.
Luigi Di Maio e Danilo Toninelli tornano a domandarsi perché Matteo Salvini abbia mutato idea sulla Tav. “La Lega era no Tav. Oggi da sola non ha i numeri per fare passare la Tav: dovrà usare i voti del Pd; ma se userà i voti del Pd per fare un favore a Macron dovrà spiegarlo ai suoi elettori”, tuona il viceministro Grillino.
“Il Movimento Cinque Stelle è sempre stato contrario a un’opera politicamente inutile e dal punto di vista ambientale dannosa. Una ‘bidonata’ con costi enormemente superiori ai benefici. Chi ha cambiato idea è la Lega e Salvini dovrebbe chiarire sulla base di quali elementi ha cambiato idea”, continua poi a chiarire invece il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture a Radio Crc.
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Toninelli ha dato ulteriori chiarimenti circa il perchè sia critico nei riguardi della Tav. “E’ un’opera che vede la luce tra 20 anni, quando chissà quali innovazioni ci saranno: come può essere conveniente se gli ingegneri dicono che non lo è. Avremmo preferito usare i fondi per opere sul territorio”.
Il ministro deve però scontrarsi con l’assenso offerto dal premier Giuseppe Conte al progetto. Toninelli prova anche a giustificarlo. “Conte tiene insieme l’interesse nazionale”, afferma. Ma sostiene poi che “grazie al lavoro fatto abbiamo fatto capire anche alla Commissione europea non è più conveniente, soprattutto per gli interessi italiani. E loro cosa hanno fatto, hanno promesso molti più soldi in più. Hanno avuto uno slancio parlando di cofinanziamento europeo anche per la tratta esterna”.
Quanto al dettaglio del suo no alla Tav, l’ulteriore precisazione concreta sui costi. “I costi ambientali, sociali, trasportistici sono negativi. Chi paga questi costi non solo gli italiani, ma anche la commissione europea. Detto questo non si può cambiare idea. E’ un’opera che come visione del futuro è sbagliata”.
Al contrario, l’idea è tutt’altra sull’alta velocità fra Napoli e Bari. “Polemiche non sono venute fuori semplicemente perché serve, perché è una tratta nazionale e perché non si fanno favori ad altri Paesi, come alla Francia con la Torino-Lione”.
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