Tara Reade, la donna che ha accusato di molestie sessuali il candidato del partito democratico, Joe Biden, ha detto in un’intervista alla giornalista Megyn Kelly sulla Nbc che Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca. È la prima intervista televisiva di Reade da quando Biden, lo scorso primo maggio, ha smentito pubblicamente ogni accusa.
Reade ha accusato Biden di averla molestata nel 1993, quando lei era una collaboratrice del suo suo staff. All’epoca Biden era senatore per lo Stato del Delaware.
“Eravamo lì, Joe Biden. Ti prego di fare un passo avanti e ritieniti responsabile. Non dovresti correre per la presidenza“, ha detto Tara Reade. Nell’intervista, durata 42 minuti, Reade ha parlato di come la presunta molestia ha cambiato la sua vita e perché ha deciso di raccontarla dopo tanti anni. “Voglio raccontare la mia storia in modo dignitoso ed essere in grado di andare avanti con la mia vita e guarire”.
Reade, in risposta alle domande di Kelly, si dice pronta a ripetere le sue accuse sotto giuramento. Ma al poligrafo si sottoporrà solo se lo fa anche l’accusato. “Non sono una criminale. Biden dovrebbe sottoporsi al poligrafo”.
Secondo alcuni giornalisti e molti membri del Partito democratico il racconto di Reade è pieno di incoerenze. Nel 2019 la donna provò a contattare diversi giornalisti per accusare Biden di “abuso di potere, non di molestie sessuali”. Disse che non fu molestata sessualmente, ma vittima di un comportamento inopportuno. Complimenti, carezze in pubblico e altri atteggiamenti che mettevano in imbarazzo la donna. Cose per cui Biden è stato accusato anche da altre donne e per cui si è scusato pubblicamente.
Un anno dopo Reade ha rinforzato l’accusa con nuovi dettagli. Ha raccontato di un vero e proprio stupro con baci e mani sotto la gonna.
Finora però non ci sono prove che confermano le presunte molestie. È comunque un fatto di 27 anni fa difficile da dimostrare. Alcune domande però restano: perché denunciare dopo tutto questo tempo? Molte donne hanno denunciato dopo anni storie di abusi sessuali e il movimento #metoo contro la violenza sulle donne ha contribuito a far luce su parecchie questioni. In particolar modo ai piani alti e intoccabili della società americana.
Per il momento però le accuse di Reade restano tali e andranno verificate. La storia potrebbe essere vera come non esserlo.
Reade sarà rappresentata legalmente da Douglas Wigdor, uno dei più importanti avvocati statunitensi. Wigdor ha rappresentato le accusatrici contro l’ex produttore cinematografico Harvey Weinstein e sostenuto Christine Blasey Ford nell’accusa di violenza sessuale a Brett Kavanaugh, giudice della Corte Suprema. Wigdor è stato anche un sostenitore di Trump nelle elezioni del 2016, a cui donò circa 54.000 dollari. Ha però dichiarato che in passato ha donato anche ai democratici e che nella campagna elettorale di quest’anno non ha fatto alcuna donazione. Sarà un caso dai forti risvolti politici e avrà un peso specifico in vista delle presidenziali di novembre.
Mario Bonito