Medici di famiglia pronti a scendere in campo “con una task force” a Milano. Missione: aiutare a smaltire l’emergenza tamponi provocata dall’esplosione di contagi Covid e delle quarantene di positivi e dei loro contatti stretti, in attesa che intervengano anche le nuove misure, varate ieri a livello nazionale, a dare respiro. “Faremo anche noi i test, stiamo mettendo insieme un gruppo di colleghi”, annuncia all’Adnkronos Salute Anna Pozzi, segretario provinciale di Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Milano.
“In questo periodo sul portale che ci è stato messo a disposizione dall’Ats Città metropolitana di Milano non riusciamo più a prescrivere i tamponi, perché le strutture sono prese d’assalto da tutti gli utenti” in cerca di test “e quindi sono andate in overbooking. Noi come Fimmg Milano abbiamo risposto positivamente all’appello lanciato dall’Ats e dal suo direttore generale Walter Bergamaschi: ci siamo messi al lavoro per organizzare una task force di medici di famiglia per aumentare il numero di tamponi e pensiamo di usare strutture che saranno messe a disposizione dagli enti locali. Vogliamo dare il nostro contributo, riteniamo sia doveroso da parte dei medici di famiglia nei confronti di Ats Milano che in questo momento è in difficoltà a causa dell’esplosione enorme del numero di casi”.
Quanti camici bianchi faranno parte di questa task force? “Stiamo facendo un censimento in queste ore – spiega Pozzi – e penso che una trentina di medici sarà disponibile. Poi aumenteremo. E’ un periodo difficile, molti colleghi sono in ferie. Io stessa sono rientrata perché è esplosa questa situazione. Basti pensare che stamattina ho fatto una decina di tamponi qui in studio e 7 sono risultati positivi. Quindi, abbiamo un tasso altissimo di positività” fra i pazienti sintomatici. “E questi sono i tamponi rapidi”.
“L’emergenza è in questi giorni. Ma va considerato anche – aggiunge Pozzi – che nei giorni scorsi sono stati eseguiti tantissimi tamponi”, con un boom di casi rilevati che emerge dai bollettini giornalieri, e “tutti questi fra 7-10 giorni, se non cambiano le regole, dovranno fare il test per verificare se è negativo. Per cui dobbiamo attivarci subito. Con i tempi tecnici necessari per organizzarci, certo, ma stiamo già lavorando per cercare di dare una risposta veloce, il prima possibile. L’Ats ci sta aiutando con gli enti locali per recuperare delle strutture adatte, che abbiano un ingresso e un’uscita separati. E poi ci organizzeremo con i computer, con il personale e con i medici di famiglia”.
Medici che “stanno anche dando un contributo con la vaccinazione anti-Covid, molti infatti sono impegnati negli hub vaccinali. E anche dal punto di vista burocratico i ritmi di lavoro sono incredibili – prosegue Pozzi – Per esempio, io ho un sostituto e sono rientrata per aiutare a fare i tamponi e tutto il resto, siamo qui in studio dalle 8 del mattino entrambi, e non riusciamo a venirne a capo. C’è moltissima richiesta, ma riteniamo giusto dare una mano all’Ats e dare il nostro contributo”.
L’invito ai cittadini è a continuare a vaccinarsi. “Nel piccolo della mia attività quotidiana rilevo che i casi più gravi di Covid oggi sono tra i non vaccinati, chi ha la protezione invece il più delle volte non sviluppa sintomi così importanti – dice il medico – Ci sono tantissimi asintomatici, il vaccino sta facendo il suo effetto. Il super lavoro, però, resta. Siamo sicuramente stanchi. La maggioranza di noi però continua a fare la propria parte, anche se in questi giorni veniamo talvolta demonizzati e di questo mi spiace molto”.