(Adnkronos) – ”La priorità è seguire gli italiani” e ”garantire la sicurezza degli italiani a Gaza”. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a oltre due settimane dall’attacco di Hamas. ”Gli italiani che sono nella Striscia di Gaza sono 7 con passaporto italiano, 7 con passaporto italo-palestinese e altri 4 che sono palestinesi, bambini o mogli”, ha spiegato .
”L’ambasciata italiana al Cairo è pronta ad andare a recuperare questi 19, 14 italiani e loro familiari, per riportarli a casa” non appena sarà possibile, ha poi aggiunto Tajani intervistato da Sky Tg24.
”Le notizie sono abbastanza confortanti per quanto riguarda i nostri concittadini” nella Striscia di Gaza, che ”tramite i convogli umanitari hanno ricevuto qualcosa da mangiare e da bere”, ha dichiarato quindi il vice premier.
Più difficile la loro uscita tramite il valico di Rafah con l’Egitto. ”I controlli al valico di Rafah sono molto severi per evitare che i miliziani di Hamas si infilino tra le persone che escono dalla Striscia di Gaza insieme ai palestinesi e ai cittadini con doppia nazionalità”, ha spiegato il titolare della Farnesina.
Quanto ai tre italiani morti sono ”una ferita profonda”, ha detto ancora Tajani aggiungendo: ”Abbiamo incontrato i familiari e cercato di incoraggiarli”.
E dopo aver sconsigliato i “viaggi in Libano, anche se nella zona maggiormente a rischio ci sono solo militari”, ha sottolineato come sia “giusto che Hamas sia colpito da Israele perché sta continuando a lanciare razzi e Israele deve autotutelarsi”. Il titolare della Farnesina ha riconosciuto che ”è difficile colpire Hamas senza colpire la popolazione civile” perché ”Hamas usa la popolazione civile per farsi da scudo” e ”a volte nasconde armi in scuole, ospedali, luoghi sacri”. E’ ”Hamas che condanniamo, come organizzazione terroristica” e ”non il popolo palestinese, che non è Hamas e ha diritto ad avere un proprio stato”, ha affermato. ”Ovviamente è riconosciuto il diritto di Israele a difendersi e anche quello di colpire Hamas facendo attenzione a non colpire i civili”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
”Ci stiamo spendendo con Israele e con i Paesi arabi perché ci sia una liberazione degli ostaggi senza condizioni, perché Hamas smetta di attaccare Israele e così Hezbollah”, ha aggiunto Tajani, spiegando di aver chiesto ai paesi arabi, tra cui Tunisia, Egitto, Qatar e Giordania, di svolgere ruolo di mediazione.
In ogni caso ”due popoli e due stati è un obiettivo al quale lavorare e al quale non dobbiamo mai rinunciare, altrimenti cediamo alla logica della guerra”. ”Bisogna trattare con Israele e con le Nazioni Unite”, ma nella Striscia di Gaza ”si può prefigurare un intervento simile a quello nel sud del Libano con la presenza dell’Unifil”, ha dichiarato. Una ”forza Onu di interposizione e di garanzia”, ha affermato Tajani, ”è un’ipotesi” e avrebbe l’obiettivo di ”impedire una recrudescenza dei residui di Hamas ed evitare uno scontro tra israeliani e palestinesi”.
Infine per quanto riguarda l’Italia occorre ”tenere alta la guardia senza creare allarmismi”. ”Non abbiamo segnali di possibili attentati, però le forze dell’ordine sono all’opera, occhi aperti, senza creare panico, non c’è da avere pura”, ha ribadito Tajani.