‘Concettualmente’ è vero che meno parlamentari equivale a meno realtà locali rappresentate, ma è anche vero che un paese civile e democratico dovrebbe saper guardare oltre il proprio giardino, pensando al Paese come ad un una realtà, e non ai soliti ‘feudi’ dove fare politica a se stante.
Ad ogni modo il tanto invocato ‘taglio delle poltrone’ è avvenuto ma, come stiamo vedendo, nel Palazzo ai più non è stato gradito. E’ infatti di poco fa la notizia che, nonostante l’imprevisto ritiro di alcuni senatori ieri, è stato comunque raggiunto il numero (64) di senatori necessario, per depositare in Cassazione la richiesta di referendum sul taglio della poltrone.
Ad aver ritirato le firme sono stati i senatori Pd, Francesco Verducci e Vincenzo D’Airenzo, ed il senatore M5s, Mario Michele Giarrusso, che ha motivato la sua scelta affermando “Stamattina ho ritirato la firma sul referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. L’ho ritirata, perché la mia posizione è stata strumentalizzata da alcuni e travisata da altri”.
A quanto sembra, tra i firmatari dell’ultimora figurano diversi esponenti della Lega, tra i quali anche gli ex M5s Francesco Urraro ed Ugo Grassi.
Una notizia che certo non ha fatto piacere al M5s, che del taglio alle poltrone ne ha fatto un cavallo di battaglia: “Non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato ‘l’aiutino’ della Lega. Non vediamo l’ora di dare il via alla campagna referendaria per spiegare ai cittadini che ci sono parlamentari che vorrebbero bloccare questo taglio, fermando così il risparmio di circa 300mila euro al giorno per gli italiani che produrrebbe l’eliminazione di 345 poltrone“.
Max