Con 553 voti favorevoli, 14 contrari e due astenuti, nel pomeriggio i 567 votanti della Camera hanno dato il via libera alla riforma costituzionale che ‘sforbicia’ considerevolmente sia il numero dei senatori che quello dei deputati.
Tale è stata l’adesione, che in tanti hanno parlato di ‘una maggioranza bulgara’.
Entrando nello specifico dei 14 voti contrari, ben 13 vengono dal Gruppo Misto (Vittorio Sgarbi, Sara Cunial, Veronica Giannone, Renzo Tondo, Carmelo Lo Monte, Fausto Longo, Alessandro Fusacchia, Gloria Vizzini, Silvia Benedetti, Catello Vitiello, Riccardo Magi, Alessandro Colucci, e Maurizio Lupi), ed uno da Forza Italia (Marzia Ferraioli). I due astenuti sono Angela Schirò (Dem), e Bruno Tabacci (gruppo Misto).
Entrando poi nello specifico di quelli che non hanno partecipato al voto per ciascuna forza politica, come da previsioni, è quella azzurra a distinguersi, con 25 assenti, 8 dei quali leghisti (Virginio Caparvi, Luis Di San Martino Lorenzato, Cristian Invernizzi, Donatella Legnaioli, Augusto Marchetti, Carlo Piastra, Tiziana Piccolo e Adolfo Zordan), e uno di Fratelli d’Italia (Salvatore Caiata). Se per Leu l’assente è stata Rossella Muroni, per il neo Italia Viva sono stati due (Massimo Ungaro e Nicla Carè). Nel Pd – dove non sono risultati deputati in missione – non hanno partecipato al voto in tre (Paolo Gentiloni, Francesca La Marca, e Micaela Campana). Nel Movimento 5 Stelle, che aveva 5 deputati in missione (Maria Marzana, Andrea Colletti, Francesca Businarolo, Federica Dieni e Leda Volti), non hanno partecipato la voto in 5 (Massimiliano De Toma, Paolo Giuliodori, Roberto Rossini, Sebastiano Cubeddu, e Stefania Mammì).
Quasi a voler dare ulteriore ‘epicità’ all’impresa, un sorridente Di Maio si sente di parafrasare Neil Armstrong (“Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità”), coniando: “È un piccolo passo per la politica, ma un grande passo per il paese“. Poi il leader Pentastellato ha tenuto a ringraziare “le forze politiche che fanno parte della coalizione di maggioranza, che hanno mantenuto la parola. Questa è una grandissima vittoria del popolo e dei cittadini italiani. Quando abbiamo iniziato nessuno ci credeva. Passiamo da 945 parlamentari a 600 parlamentari e lo facciamo con una riforma storica di cui tutti si ricorderanno: i nostri figli, i nostri nipoti”.
Anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti ha tenuto a dire la sua attraverso Fb: “La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni. Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani”.
Anche Matteo Salvini ha voluto commentare questa giornata tenendo a ribadire che, “A differenza del Pd e dei 5 stelle, la Lega non tradisce e mantiene la parola“.
Ovviamente alla votazione è seguita la festa Pentastellata in piazza Montecitorio, con un mega striscione raffigurante il taglio delle poltrone. Mentre Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ha sottolineato una “giornata storica che abbiamo inseguito in anni di battaglie nella convinzione che fosse giusto avvicinare le istituzioni ai cittadini. Oggi è un passo in avanti in questa direzione”, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ha affermato raggiante: “È il giorno che aspettiamo da sempre. Con il sì trasversale delle forze politiche alla riduzione dei parlamentari il M5S fa la storia di questo Paese, scrivendo una stupenda pagina di democrazia. Dopo oltre trent’anni di promesse mancate finalmente il taglio di deputati e senatori è realtà: inizia una nuova stagione politica, ora al centro ci sono i cittadini e le risposte concrete alle loro istanze. Il M5S – ha quindi proseguito Fraccaro – nel decimo anniversario della sua fondazione, porta a compimento una sua battaglia storica, ma con questa riforma epocale vincono i cittadini, che hanno chiesto e ottenuto un segno tangibile della capacità della politica di autoriformarsi”.
Max