Home ATTUALITÀ Taglio consumi gas, così la Commissione Ue si è divisa

    Taglio consumi gas, così la Commissione Ue si è divisa

    (Adnkronos) – All’interno della Commissione Europea esistono visioni diverse sull’opportunità di imporre risparmi energetici in vista dell’inverno, per fronteggiare i tagli delle forniture di gas da parte della Russia di Vladimir Putin. Nel collegio del 20 luglio scorso, la riunione che ha approvato il piano, poi proposto al Consiglio, di tagliare del 15% il consumo di metano in Europa dal primo agosto 2022 al 31 marzo 2023 rispetto alla media dei cinque anni precedenti, i commissari, emerge dal verbale consultato dall’Adnkronos, hanno tenuto una discussione, come avviene sempre in occasione di provvedimenti importanti.  

    La Commissione è un organo collegiale, in cui le decisioni vengono prese collettivamente; tuttavia durante il dibattito emergono frequentemente posizioni distinte, talora contrapposte. La proposta di un piano per tagliare il consumo di gas, volontariamente in prima battuta, ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei commissari. Il verbale, che è un semplice riassunto del senso della discussione che non precisa le posizioni dei singoli, fa però chiaramente capire che all’interno del collegio sono emerse due visioni contrapposte: nel dibattito, riferisce, è stato sottolineato da un lato “l’elevato costo economico, secondo alcuni, di tagliare il consumo di gas, specialmente in un anno in cui l’Europa è colpita dalla siccità, cosa che ha prodotto carenze di energia idroelettrica”; dall’altro sono stati evidenziati “i costi molto più alti, secondo altri, del fallimento dell’Ue di rimanere unita in un momento in cui il gas viene usato come un’arma politica contro l’Unione”.  

    Nella discussione si è anche convenuto sulla “cruciale importanza di preservare l’unità dell’Ue”; è stato inoltre “ricordato il fatto che l’Ue viene guardata con attenzione e che qualsiasi potenziale divisione è destinata ad essere sfruttata”. In nome di questa necessità superiore, davanti all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, che ha riportato la guerra sul suolo europeo, ha prevalso linea dei secondi, che è anche quella della presidente Ursula von der Leyen: dividersi sui risparmi energetici farebbe in ultima analisi il gioco di Putin e, sul medio-lungo periodo, comporterebbe costi assai più elevati. Ma la posizione dei primi è espressione di sensibilità, e di interessi, che nei 27 Stati membri esistono. E che emergono anche nel Consiglio, l’istituzione che riunisce i Paesi membri dell’Ue, i quali hanno mix energetici molto diversi tra loro.