Ci sarebbe la volontà di tagliare i fondi diretti alleditoria nelle intenzioni di Vito Crimi, sottosegretario con delega allEditoria, che ha espresso il suo punto di vista in unintervista al Fatto Quotidiano. “Non è il mio linguaggio, ma si può anche dire che è finita la pacchia ha dichiarato Crimi Il punto vero è che occorre ridistribuire la pubblicità tra tv e carta stampata. Noi non siamo contro i giornali per partito preso” e “penso che si possano introdurre dei tetti pubblicitari per aiutare dal lato degli introiti i giornali”. “Sì, – sottolinea – attualmente sono stanziati circa 200 milioni tra contributi diretti, alle radio e alle tv, senza contare lagevolazione delle tariffe telefoniche, che può essere stimata in 60 milioni e che andrà rivista da subito”.
Secondo quanto annunciato da Crimi al quotidiano, il governo dovrebbe agire “tagliando i finanziamenti pubblici, intervenendo sul contributo dello 0,1% come detto e verificando che lextra-gettito derivante dal canone Rai sia davvero confluito nel Fondo”. Inoltre, “vanno aggiustate le distorsioni, visto che circa il 30 per cento dei fondi va a 4-5 testate. Andrà individuato un tetto e modificate le modalità di erogazione. Ad esempio, si può cominciare garantendo il 50 per cento di quanto dovuto e poi di anno in anno verificare. Vogliamo realizzare anche in questo settore quanto fatto con labolizione del finanziamento pubblico ai partiti”.
Quanto alle ricadute occupazioni, secondo il sottosegretario la volontà “è solo quella di togliere i fondi pubblici alleditoria, non eliminare il Fondo per il pluralismo. Gli editori hanno ricevuto tantissimi soldi in questi anni, dal 2003 oltre 3 miliardi di euro. A fronte di questo ci saremmo aspettati investimenti per reggersi sul mercato che non ci sono stati. Ci sono modi per affrontare le ricadute occupazionali” ad esempio con “un meccanismo di redistribuzione delle risorse allinterno del sistema. Una strada – dice ancora al quotidiano – a cui occorre del tempo per essere realizzata, ma importante. Possiamo poi prevedere incentivi pubblici alla domanda, ad esempio, sostenendo gli abbonamenti oppure nuove idee innovative. Sto proponendo agli editori una piattaforma tecnologica che, ad esempio, permetta al costo di un abbonamento la lettura di tutti i giornali. Sarebbe una Netflix delleditoria”, conclude Crimi.
Commentando le parole del sottosegretario, il presidente dellAssociazione produttori televisivi (Apt), Giancarlo Leone scrive su Twitter: “Si torna a parlare di tetti alla pubblicità Tv. Esistono già vincoli precisi con i limiti di affollamento per broadcaster privati e pubblici. Un ulteriore tetto produrrebbe leffetto di deprimere lintero settore dellaudiovisivo con seri danni per la produzione”.