Le grandi parate di Svilar, battuto solo da una sfortunata autorete e un calcio di
rigore, e il ritorno al gol dopo un anno di Tammy Abraham regalano ai giallorossi un prezioso pareggio al Maradona contro un Napoli infuriato e contestato dal suo
pubblico. Senza Paredes, Lukaku, Smalling e Llorente, De Rossi ripresenta in campo Ndicka e offre a Bove una delle poche chance del suo nuovo corso.
Partita soporifera per mezz’ora. Ritmi bassi e un’occasione per parte (per la Roma un colpo di testa di Pellegrini). Poi, improvvisamente, le fiammate di un’incontenibile Osihmen e una difesa con Mancini svagato e in giornata no offrono agli azzurri spazi e ripartenze fatali.
Per fortuna che Svilar (bisognerebbe chiedere i danni a chi lo aveva tenuto in
naftalina per due anni…) para tutto (uscite basse e aree, tiri all’incrocio e ravvicinati)
e il portiere serbo regala ai giallorossi la possibilità di un altro secondo tempo. Con
Spinazzola a spingere sulla fascia sinistra (il migliore dopo Svilar) ecco una Roma
più propositiva e il rigore procurato da un Azmoun fin lì evanescente (su gentile
regalo di Juan Jesus) manda dal dischetto l’infallibile Dybala per il vantaggio
giallorosso. Troppa grazie per quello che si era visto e infatti, dopo appena 5’, ecco il
pareggio dei partenopei originato dall’ennesima incertezza di Mancini che tenta il controllo invece di rinviare il pallone e sublimato dall’autorete di Kristensen che spiazza l’incolpevole portiere serbo.
Poi ecco il Napoli migliore della stagione, quello in versione scudetto, con De Rossi che sbaglia sostituzione (perché fuori Bove, l’unico da corsa in un centrocampo sfiatato?) e inserisce Renato Sanches che appare fuori condizione e regala ingenuamente il calcio di rigore trasformato da Osihmen.
Sembrava tutto finito ma questa Roma getta sempre il cuore oltre l’ostacolo e allora ecco all’89’ uno spunto di Dybala e un calcio d’angolo che su spizzata di Ndicka regala ad Abraham la palla del sospiratissimo pareggio. Un punto guadagnato più che due persi nella corsa Champions con una squadra che appare con la spia del serbatoio fisico in rosso ed è chiamata ad un ulteriore e decisivo trittico di partite. Il problema principale, a Napoli, è stato il centrocampo. Incapace di fare filtro e con Cristante in cabina di regia (tantissimi palloni giocate poche idee) assistito poco e male da uno spento Pellegrini e un impreciso Bove tutto sostanza poca qualità, la mediana giallorossa ha faticato nel fraseggio e nella misura dei passaggi rapidi che avevano consentito i progressi dell’intero reparto offensivo. Ora le due gare di semifinale di
Europa League, intervallate dall’arrivo all’Olimpico della Juve, per continuare a
vedere l’effetto che fa di lottare fino alla fine in due competizioni.
Non molliamo nulla dice De Rossi a fine gara ma lo sguardo non è dei migliori e la preoccupazione per la condizione generale della squadra è evidente.
Certo, forse il ritorno di Lukaku e Smalling e la folla straripante dell’Olimpico aiuteranno, ma l’impresa appare difficilissima se non improba. Tanto che alla fine viene da credere che forse la strada più semplice per la Champions è il sesto posto e l’Atalanta vittoriosa in Europa League se non dovessero essere i giallorossi ad alzare il trofeo.
Le pagelle di Napoli – Roma: 2-2
Svilar 8, Kristensen 6 (dall’86’ Baldanzi ng), Mancini 5, Ndicka 5,5, Spinazzola 6,5,
Bove 5,5 (dal 69’ Sanches 4), Cristante 6, Pellegrini 5, Dybala 6, El Shaarawy 5 (dal 60’ Angelino 5), Azmoun 5 (dal 69’ Abraham 6,5).
All. De Rossi 5,5
Claudio Fontanini