“Quello che manca è la certezza di come lavorare. Il fatto di avere bisogno di più tempo per fare le cose. Il nostro è un Paese complicato e complesso, in cui il metodo con cui si è costruito negli ultimi 50 anni ha lasciato tantissimo a desiderare. Se diamo un po’ più di tempo a professionisti e imprese per fare i lavori e diamo il supporto economico che c’è io credo che veramente possiamo pensare di avere buone possibilità”. Così, su superbonus e sisma bonus, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, Cecilia Zampa, cofondatrice e Ceo di Fibre Net, azienda friulana all’avanguardia nei compositi per il rinforzo strutturale di edifici e infrastrutture e negli interventi anti-sismici.
Fibre net conta 15 milioni di euro di fatturato, 85 dipendenti e un centro di ricerca su polimeri e fibre di vetro e carbonio. Un’eccellenza del sistema industriale del Nord-Est che in questo momento potrebbe ‘volare’ dal punto di vista economico ma si scontra con la realtà degli intoppi che frenano l’utilizzo dei vari bonus.
“Nel 2020 dopo un parziale rallentamento -spiega Zampa- in coincidenza con il lockdown a maggio abbiamo avuto una grande spinta alla ripartenza delle attività grazie anche agli bonus messi in campo per far ripartire l’edilizia. E così a fine anno abbiamo fatto segnare un +17% del fatturato rispetto al 2019, nonostante difficoltà e chiusure. E in questo primo trimestre 2021 abbiamo fatto segnare un +70% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando ancora non si erano fatti sentire gli effetti della pandemia. Dati quindi importanti e interessanti”, spiega ancora.
Ma i risultati potrebbero essere anche migliori. “Abbiamo dei problemi legati al mercato internazionale delle materie prime -spiega- che in questo momento soffre tantissimo. Abbiamo attività di sismabonus abbinate a ecobonus che tendono quindi a rallentarsi, perché le aziende hanno difficoltà a trovare materiali isolanti per i cappotti termici. E quindi tutta la filiera ne risente, anche noi che dobbiamo fare gli interventi sismici prima di quelli termici”, aggiunge.
“E quando i materiali isolanti si trovano hanno un rincaro di prezzo del 50% rispetto ad appena tre mesi fa. E quindi in alcuni casi delle aziende hanno chiuso i contratti con i condomini, con i privati, perché non hanno materiali per realizzare l’intervento o sono comunque al di fuori del prezziario previsto. Quindi incertezza e tempi lunghi”.
Incertezza che è il leit motiv del superbonuss. Secondo Zampa, sul superbonus, ma non solo, “l’incertezza normativa oggi è eccessiva mette in difficoltà tante imprese. Non si sa se progettare, se realizzare”.
“Oggi mettere in regola un condominio richiede tempi lunghi, e abbiamo uffici pubblici -attacca Zampa- che con lo smart working non riescono ad aiutare al meglio le attività. Ci sono i materiali che non si trovano e inoltre il governo frena tutto al 2022. Spero anche almeno quello sui crediti sia un falso allarme perché altrimenti sarebbe davvero un problema”, aggiunge.
Oltre ai materiali mancano le professionalità. “Oggi -spiega Zampa- escono sempre meno ingegneri strutturisti dalle università. A Udine, che è un’università di eccellenza, sforna 15 ingegneri all’anno. E questo accade anche a livello nazionale. Forse c’è un’idea un po’ distorta della professione tra i giovani, anche per tutto quello che è stato detto negli anni sulle difficoltà e sui pochi riconoscimenti”, continua.
Per Zampa, “c’è stato un allontanamento dalla professione e questo è un problema”. “Le scuole devono sottolineare come l’ingegneria civile può rappresentare uno sbocco ottimo nei prossimi anni, specie se questi interventi andranno in porto e diventeranno strutturali”, spiega ancora.
E secondo Zampa serve una svolta nell’attenzione alla messa in sicurezza anti-sismica degli edifici italiani. “Nel nostro Paese -sottolinea- c’è attenzione all’aspetto termico degli edifici ma poco a quello della sicurezza. Per dare una svolta e mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare del Paese serve la certificazione sismica obbligatoria degli edifici come già si fa con l’Ape energetica. E un piano di lungo periodo per utilizzare al meglio le risorse del sisma bonus”. Una soluzione che per Zampa “aumenterebbe la sensibilità del privato sul tema”. “Se faccio un intervento di sismabonus devo averne anche un vantaggio economico. Mi costa zero, e questo è una cosa fantastica. Ma questo intervento di messa in sicurezza deve essere riconosciuto da un incremento di valore dell’edificio. Anche se dovrò stipulare un’assicurazione obbligatoria, che deve avere però un costo limitato”, continua Zampa.
Un intervento di questo tipo permetterebbe “utilizzare al meglio gli strumenti importanti che lo Stato oggi ha messo in campo”, avverte. “Allo stesso tempo lo Stato deve permettere a imprese e progettisti di pensare sul lungo periodo, non si può pensare di mettere in sicurezza l’Italia in due anni. Serve una semplificazione delle procedure e la possibilità della cessione del credito”, aggiunge Zampa.
Dal canto loro, le imprese come Fibre Net stanno investendo in innovazione e ricerca per realizzare interventi sempre più all’avanguardia. “In questi ultimi 3 anni -sottolinea- abbiamo studiato degli interventi anti-sismici compatibili e cioè che non implichino l’uscita di casa del privato. Nel momento in cui riesco a mettere in piedi un sistema che interviene solo sull’esterno, sull’involucro dell’edificio, realizzano delle azioni efficaci e non creando disagi allora abbiamo fatto bingo. Sistemi sostenibili dal punto di vista sociale, dell’ambiente, dell’intervento tecnico”, insiste. Ma nella sfida delle messa in sicurezza del Paese, rimarca, “è necessario che tutti facciano la propria parte”.
E “il creare il ‘libretto dell’edificio’, l’obligatorietà sismica dell’edificio porterebbe l’italiano ad affrontare il tema, sarebbe una svolta: sarebbe come la certificazione termica, che è anche una questione meno critica rispetto al terremoto”, conclude.