L’aumento del prezzo dei ponteggi per costruire o ristrutturare gli immobili ha superato il 400%. A denunciarlo all’Adnkronos è Claudio Polonia, presidente dell’Associazione nazionale ponteggiatori che non ha difficoltà nell’indicare il principale responsabile: ”Lo Stato italiano. Le misure legate agli incentivi edilizia -spiega- andavano pianificati. Sono stati concentrati in un lasso di tempo troppo breve”. Quello che si dimentica, sottolinea, ”è che non ci sono solo gli interventi straordinari, ma anche quelli ordinari, che passano in secondo piano. E oggi ci sono imprese che a questi cittadini neanche rispondono attratte come sono dai guadagni facili legati al superbonus”. Il risultato è che ”mentre un anno fa io montavo i ponteggi a 7,5 euro al metro, oggi li monto a 22”. Ma in giro è facile trovare ditte che chiedono 30 euro e più in un’escalation che sembra senza fine. E con la mancanza dell’acciao ”le imprese si buttano ad acquistare ponteggi usati. Prima si compravano a 8 euro al metro, oggi siamo a 40 euro a metro”.
Polonia ritiene che ”iniziative di questo tipo -dice all’Adnkronos- andavano spalmate su un periodo più lungo. E’ ovvio che la concentrazione di interventi fa lievitare i prezzi. Ma oltre ai prezzi -denuncia- c’e’ un rischio sicurezza che non si può ignorare. Le aziende montano e smontano il più in fretta possibile i ponteggi con il risultato che i lavoratori sono stanchi. Non sarà un caso se si registrano in questi ultimi tempi dipendenti morti nelle imprese che montano i ponteggi. E di chi è la colpa? Io agli associati dico di fare le cose con i tempi giusti, ma si vede gente lavorare ancora alle 8 di sera, alla domenica”. Al governo chiede: ”ma gli operai quando si devono riposare? E’ veramente disumano. Noi siamo il primo e ultimo anello di questa filiera, ma a cascata lo stress che subiamo noi lo subiscono tutti gli altri anelli della catena, dal cappottista all’idraulico, e veramente hanno tolto il sonno alle aziende, senza contare il discorso delle penali”.
Per Polonia il rischio che scoppi la bolla è reale: ” basta anche un ritardo nei pagamenti da parte delle aziende che hanno ceduto il credito presso le banche. Può essere che non ci sia materiale per tutti”. E se ”tutta questa macchina si ferma tra un anno, ci sarà un collasso, non ci sarà tempo di ammortizzare gli investimenti e si creerà un pandemonio”.