(Adnkronos) – “A pagare il conto più salato dell’ennesima giravolta normativa sul Superbonus saranno soprattutto i tantissimi italiani che, grazie alla cessione del credito, avevano potuto avviare l’efficientamento energetico e il rifacimento degli edifici”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Giuseppe Bica, presidente dell’Anammi- Associazione nazional-europea amministratori d’immobili, riferendosi allo stop delle cessioni ultime dei crediti in edilizia. “Se non arriveranno i fondi del Superbonus – avverte – a fallire non saranno soltanto le aziende, ma gli stessi condomini, lasciati privi di qualsiasi garanzia e poi, in clamoroso effetto domino, buona parte del Paese”.
“Blocco dei cantieri per mancanza di liquidità e paralisi del settore edile. Con l’articolo 26 del decreto Sostegni/ter, invece di contrastare frodi e ruberie, si è fermata la macchina del Superbonus, che finora, nonostante la babele di norme che si sono succedute, aveva ridato fiato all’economia”, continua Bica.
“Secondo le stime dell’Anammi – ricorda – in questo modo l’80% degli interventi in corso rischia di non andare avanti. Le banche e le stesse imprese di costruzione si vedranno costrette a scegliere, puntando esclusivamente sui grandi interventi, meglio remunerati, abbandonando al loro destino migliaia di cantieri, non meno importanti ma di peso economico minore”.
“In pratica – spiega il presidente Bica – si discriminerà un condominio rispetto ad un altro e molte delle ristrutturazioni in corso, in mancanza di liquidità, non potranno contare sulle risorse necessarie per concludere i lavori.
“Se la politica avesse dato ascolto alle indicazioni degli addetti ai lavori e della stessa Anammi, certamente avremmo evitato molte complicazioni. Fin dall’inizio, avevamo sottolineato l’importanza dei controlli, mettendo in guardia dall’eccesso di burocrazia. Contro chi si comporta in modo illecito, servono regole chiare e semplici, controlli mirati ma non soffocanti, adempimenti burocratici semplificati: ‘bastonare’ chi lavora o vuole semplicemente ricorrere al Superbonus è iniquo e controproducente”, dice ancora all’Adnkronos/Labitalia.
“Per queste ragioni – avverte – l’Anammi chiede con forza di cancellare il famigerato articolo 26 dal decreto Ristori/ter, eliminando così l’ostacolo principale alla cessione del credito. La correzione deve essere effettuata al più presto, ridando finalmente libertà di azione alle imprese, ai professionisti e ai condomini”.