Un super Green pass contro l’ondata di contagi da coronavirus in Italia? “All’ipotesi del lockdown ‘dedicato’ ai non vaccinati e del Green pass rinforzato non ci saremmo mai arrivati se avessimo tenuto conto fin dall’inizio che il virus non va via, ma che, pur restando, non avrebbe più trovato davanti a sé le grandi praterie che ha invece trovato arrivando all’improvviso 2 anni fa. Per questo già da diversi mesi risulta intollerabile chi, non guardando davanti alla realtà dei fatti, continua a compiere veri e propri attentati alla salute dei più. E allora, seppure con ritardo, ben vengano misure restrittive decise, finalizzate ad impedire ogni eventuale ipotesi di nuove improponibili ondate”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata.
“Il punto fondamentale – ribadisce – è quello di arginare l’irresponsabilità, ovvero spegnere i canali di una propaganda alienante, quando non provocatoria, che incute paura immobilizzante agli indecisi”. Bisogna “evitare i buonismi di facciata improntati alla mediazione alternativa di chi continua a dare un colpo al botte ed uno al cerchio – evidenzia l’esperto – E’ tempo di fornire invece indicazioni nette, precise, definite in versione univoca, disimpegnandosi da inutili sfide con chi della prevenzione continua ad avere un’idea diversa o nessuna idea, e puntando esclusivamente ad affermare una pratica basilare di tutela a favore della stragrande maggioranza della popolazione”.
“Portare ad esempio concreto i numeri, le statistiche, i dati oggettivi, le differenze evidenti tra le realtà più vaccinate e quelle meno vaccinate, non serve a nulla – avverte Minelli – non basta a convincere chi, a prescindere, si è già disposto a negare, a controbattere, ad argomentare senza cognizioni, a proporre distorsioni della realtà, a sciorinare slogan senza senso, a ritagliarsi sulle tragedie spazi mortificanti di innaturale popolarità. E da mesi lo abbiamo ribadito, pur considerando (ma poi non più comprendendo) l’estenuante prudenza del decisore che però, alla fine, deve pur decidere per l’incolumità della grande comunità da lui amministrata. Per far questo serve una cognizione puntuale dello stato dell’arte basata su fondamenti scientifici, convinzione, tempestività e lungimiranza”.