Super green pass Italia, cosa pensano gli esperti

In arrivo il Super green pass in Italia, con nuove restrizioni destinate ai soli non vaccinati cui sarà vietato accedere a una serie di attività, dagli spettacoli agli eventi sportivi, e necessario per entrare nei bar e nei ristoranti al chiuso, partecipare a feste ed entrare nelle discoteche. E dagli esperti arriva unanime il plauso al governo dopo il via libera alle misure.
 

Governo che “merita 9 in pagella”, sottolinea il professor Matteo Bassetti, che assegna il voto per le restrizioni per no vax a partire dal 6 dicembre. “Alle misure varate dal governo il mio voto è un bel 9, per le decisioni prese ieri e anche alla campagna vaccinale fin qui condotta”, dice all’Adnkronos Salute il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “Sono molto contento – afferma – Il super Green pass può essere un ulteriore incentivo alle vaccinazioni e poi sono soddisfatto anche per l’amplimento dell’obbligo per gli insegnanti e le forze dell’ordine”. “Devo dire che il Governo ha dimostrato di stare dalla parte dei medici serie e dei sanitari che ormai da 2 anni sono in trincea. Un 10 non si può dare, ma ci stiamo molto vicini”, dice Bassetti. 

“E’ qualcosa di tutto sommato ragionevole impedire l’accesso ai locali a persone potenzialmente infette”, come si punta a fare vincolando la frequentazione di bar, ristoranti, cinema, teatri al possesso del Green pass rafforzato, valido solo per vaccinati e guariti. “Ma il vero problema è continuare a mandare in giro tantissime persone con i tamponi antigenici” come lasciapassare, “al di là del fatto che non possono entrare nei locali”, sottolinea all’Adnkronos Salute il virologo Andrea Crisanti. Per il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova resta dunque irrisolto il nodo dei tamponi antigenici rapidi, cioè dell’opportunità di usarli ai fini del certificato verde, visti i rischi maggiori di falsi negativi. Ma anche sulla durata del Green pass esprime qualche dubbio. Secondo Crisanti, infatti, l’ideale era allinearne la validità ai 6 mesi ritenuti soglia critica per il calo di protezione dei vaccini. E in ogni caso, osserva l’esperto, “fra vaccinati della prima ora e persone che usavano i tamponi” come lasciapassare, “una buona parte di popolazione ora rischia di non avere il pass. Va considerato anche che i vaccinati da meno di 6 mesi sono pochissimi. Si torna quindi al punto di partenza: la chiave sono le terze dosi e dobbiamo puntare ad accelerare su questo fronte”. C’è poi la misura che estende l’obbligo di vaccino anti-Covid a nuove categorie. Un passo avanti? “Non per salvare il Natale – risponde il virologo – ma per far vaccinare persone”. 

“Stavolta credo che ci siamo giustamente presi paura per quello che potrebbe essere la conseguenza della quarta ondata” di Covid-19, “e questa è una scelta che vuole giustamente anticipare i tempi e cercare di salvare con maggior garanzie possibili il Natale”. Così all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’università Statale di Milano, all’indomani della stretta del Governo. “E’ chiaro che non c’è un manuale di istruzioni – sottolinea l’esperto – Credo che questa sia stata una difficile mediazione nella realizzabilità e fattibilità di questi interventi”. Interventi che Pregliasco giudica “necessari”. “Una reazione che – precisa – quanto più è anticipatoria, tanto più ci permetterà di evitare quello che temiamo: guai durante le feste dal punto di vista della salute e dell’economia”.