“La proposta Pizzetti-Martina è già stata respinta in Commissione Affari Costituzionali, ma evidentemente, invece di affrontare un autentico confronto nel merito, si preferisce far finta di nulla”. Così Miguel Gotor della minoranza Dem respinge il tentativo di mediazione del governo sulle riforme. E ribadisce: “L’art.2 del ddl va cambiato”. “A nostro giudizio – aggiunge Gotor – bisogna consentire l’elettività diretta dei senatori da parte dei cittadini in concomitanza, alle elezioni regionali e per farlo la via maestra è quella della modifica dell’art. 2. Va evitato l’aggiramento dell’art.2, ossia l’espediente di chiamare mediazione ciò che in realtà non lo è, ma è soltanto il tentativo di restare dentro la modalità elettiva di secondo grado, come se l’Italicum, con la sua maggioranza di futuri deputati nominati dalle segreterie dei partiti, non fosse già legge dello Stato”. “L’idea di un listino a scorrimento con una quota di candidati al Consiglio regionale da dirottare preventivamente verso il Senato – sottolinea Gotor – è un modo per cui il “gran nominatore” dei deputati può mettersi d’accordo con i cacicchi locali dicendo loro: voi fate la lista per il Consiglio regionale con i personaggi che volete, ma il “listino” dei senatori me lo scelgo io, stabilendo l’ordine d’ingresso”. “Che se poi il primo che voglio io non esce perché non votato dal popolo, ci sarà sempre il secondo, il terzo e il quarto che ho deciso io. Il tutto – avverte il senatore Pd – avverrebbe nelle segrete stanze, magari indirizzando verso il listino del Senato quanti più di altri hanno bisogno di un’immunità parlamentare, non a caso, uno degli ultimi lacerti del bicameralismo perfetto rimasti in piedi”. “Non condivido le tattiche di Calderoli: migliaia di emendamenti servono solo a un ostruzionismo di sapore goliardico mentre la Costituzione è questione seria. Già c’è chi parla senza arrossire di introdurre un’elezione semi diretta dei senatori, cioè una presa in giro dei cittadini e un obbrobrio nella Carta fondamentale degli italiani. Cosa dovremo attenderci ancora come pseudo mediazione: la Costituzione semifredda?”. Così Vannino Chiti, minoranza Dem, respinge il Lodo Zanda per l’elezione dei consiglieri-senatori. “La proposta del capogruppo Zanda, rilanciata da Martina e Pizzetti, è un punto di incontro concreto. Se la minoranza Pd la boccia, significa che non vuole il dialogo nel merito, che è animata da altri obiettivi politici, estranei alla riforma del Senato. Nelle prossime settimane vedremo chi vuole davvero migliorare il ddl Boschi, e chi invece nutre solo desideri di rivalsa nei confronti del governo Renzi’. È quanto dichiara il senatore del Pd Andrea Marcucci.