Lopportunità fornita dalla legge Cirinnà è unoccasione storica per fare un primo passo verso il riconoscimento di diritti civili e umani fondamentali” così, il mondo della cultura in una lettera-appello indirizzata ai parlamentari, postata sul sito change.org. “È tardi per perdersi in strategie politiche, si sta parlando delle vite concrete di milioni ditaliani in estenuante attesa di esistere agli occhi dello Stato. Siamo fuori tempo massimo – recita il comunicato firmato dallartista Sebastiano mauri – come hanno chiaramente indicato la Corte Costituzionale e la Corte Europea dei Diritti Umani. La legge Cirinnà è già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dellinfanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti”. A seguire, 400 firme raccolte tra numerose personalità dello spettacolo e della cultura: dal regista Paolo Virzì allo scrittore Andrea Camilleri; dall’etoile Roberto Bolle, al neo direttore di Raitre Daria Bignardi; passando per artisti musicali come Jovanotti, Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti e Laura Pausini. “È tardi per perdersi in strategie politiche, si sta parlando delle vite concrete di milioni ditaliani in estenuante attesa di esistere agli occhi dello Stato. Siamo fuori tempo massimo, come hanno chiaramente indicato la Corte Costituzionale e la Corte Europea dei Diritti Umani. spiega Sebastiano Mauri – La legge Cirinnà è già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dellinfanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti”, si legge nell’appello firmato dall’artista Sebastiano Mauri. Se comparata alle leggi vigenti nei Paesi a noi vicini e affini, questa legge, oltre ad arrivare ultima in Europa occidentale, garantisce il minimo dei diritti alle persone LGBT. Un minimo oltre il quale non si può sconfinare, perché significherebbe approvare una legge di facciata o peggio lesiva, rimandando al mittente il riconoscimento di legittimità di milioni ditaliani e delle loro famiglie. Accorgersi di uningiustizia e correggerla a metà significa perpetuarla. È insufficiente non essere razzisti, omofobi o sessisti, è necessario essere operosi nella lotta contro il razzismo, lomofobia o il sessismo, combatterli ovunque si celino, soprattutto attraverso gli strumenti legislativi in mano al Parlamento”, si legge ancora nella lettera. Un Paese dove tutti i cittadini, di là dal genere, razza, o orientamento sessuale, godono di pari opportunità, è un Paese più ricco, produttivo e felice. Il prezzo dellesclusione lo paga la società intera. Abbiamo oggi loccasione di fare la Storia – conclude la lettera-appello aperta – chiediamo pertanto la celere approvazione della legge Cirinnànella sua completezza, permettendo allItalia di unirsi al resto dEuropa e di sempre più Paesi del mondo nel riconoscimento di diritti fondamentali a tutti i suoi cittadini”.
M.