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Suicidi tra le forze armate, il Co.g.i al Ministro: “C’è un disagio evidente, affrontare il problema”

Siamo già a 49 morti  dall’inizio dell’anno 2022, circa 5 al mese, di media più di uno ogni settimana. Un dato che definire preoccupante è un eufemismo, e riguarda il tema dei suicidi tra le forze armate.

Questo quanto evidenziato da una ricerca effettuata dal Comitato dei collaboratori di giustizia italiani (Co.g.i.), in collaborazione con l’associazione Legalità e libertà, Laboratorio una donna.

Per questo è stata inviata una lettera formale al ministro dell’Interno, affinché affronti la situazione, a partire da un confronto istituzionale con le parti interessate.

La loro disposizione territoriale ed il confronto di genere – spiega Maricetta Tirrito, portavoce del Co.g.i. e firmataria della lettera – non lascia dubbi sulla uniformità del disagio, che riguarda l’intero apparato delle forze armate. Incontri, convegni e tante belle parole, con una blanda considerazione, lasciano il tempo che trovano e non portano ad alcuna soluzione.

Occorre un intervento, con priorità d’urgenza e tempestivo, con l’istituzione di un nucleo di supporto psicologico che, dopo aver individuato il disagio personale e lavorativo del  “soggetto”, svolga un lavoro di prevenzione e sostegno. Preservando l’integrità del lavoro dei rappresentanti delle forze armate e della loro immagine”.

Nella lettera si legge ancora che, “Si rappresenta, davanti alla tragedia di lunedì scorso, di una donna delle forze dell’ordine,  che ha messo fine alla propria vita nel proprio ufficio con la pistola d’ordinanza, lasciando una bimba di 5 anni (secondo suicidio in un mese nella provincia scaligera), che non si può procrastinare oltre e che l’intervento deve essere immediato ad evitare ulteriori future
tragedie
”.

Dunque, conclude la Tirrito, “Tragedie per certi versi invisibili che spesso non arrivano neanche nelle pagine di cronaca dei giornali. Eppure testimoniano un disagio fortissimo, riferito a persone che onorano la divisa ogni giorno; vittime di un sistema che evidentemente ha delle lacune da colmare”.

Max

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Max Tamanti