(Adnkronos) – Stop al consumo di carne di cane in Corea del Sud. Almeno è questo l’obiettivo che si propongono le autorità del Paese, con la volontà dichiarata di introdurre il divieto, graduale, entro fine anno. In Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk Yeol e la first lady Kim Keon Hee hanno sei cani e cinque gatti, non è formalmente vietato né legale il consumo di carne di cane ma negli anni i governi non sono riusciti a fare molto anche se di fatto nel Paese si mangia meno carne di cane che in passato. Un’usanza, una “crudeltà”, che non piace ai giovani, ma che affonda le sue radici nei secoli ed è nel mirino di non poche critiche.
Adesso il Partito del potere popolare, come riferisce il Washington Post, ha indicato un ‘calendario’ per passare dalle parole ai fatti in un Paese in cui esistono – secondo uno studio governativo dello scorso anno – circa 1.150 allevamenti di cani e in cui vivono più di mezzo milione di cani allevati per la loro carne.
“Prevediamo l’emanazione di una Legge speciale per vietare la carne di cane entro quest’anno”, ha detto il deputato Yu Eui-dong, dopo un incontro in Parlamento a cui hanno partecipato funzionari del ministero dell’Agricoltura e attivisti per i diritti degli animali. La normativa che le autorità hanno in cantiere prevede un periodo di tre anni per arrivare alla ‘scomparsa’ del settore. Concretamente, nei tempi più rapidi possibili, il divieto potrebbe entrare in vigore nel 2027.
“Garantiremo pieno sostegno ad allevatori, macellai e altri imprenditori”, ha assicurato Yu, precisando che ci saranno indennizzi solo per le attività registrate che presenteranno alle autorità un piano in linea con la nuova norma per l’addio all’industria della carne di cane e la riconversione.
Per Chae Jung-ah di Humane Society International, “la notizia che il governo sudcoreano sia pronto a vietare l’industria della carne di cane è come un sogno che diventa realtà per tutti noi che ci siamo battuti per porre fine a questa crudeltà”.
E’ invece tutto “impraticabile” per Joo Young-bong, a capo dell’Associazione coreana degli allevatori di cani, cresciuti nelle gabbie affinché la loro carne venga destinata al consumo umano. Spesso, è stato denunciato, in condizioni spaventose.