Quanti lo conoscevano come un giovane timido ed educato, pensarono ad un gesto d’impulso, dettato da un malessere interiore. Del resto, (purtroppo), il mondo dei giovani è spesso tormentato da fantasmi interiori, che noi ‘grandi’, presi da mille cose, nemmeno notiamo.
Fatto è che a soli 17 anni, nel luglio del 2019, quel ragazzo timido ed educato, si è chiuso nel garage sottostante la sua abitazione (nel quartiere dell’Eur), affidando la sua breve vita ad una corda annodata.
Una tragedia sulle prime giudicata dagli inquirenti come uno dei tanti suicidi adolescenziali. Ma non era così.
Fu la madre a convincere il magistrato, ad approfondire le motivazioni che avevano portato il figlio a farla finita. La donna raccontò della difficile condizione del 17enne, affetto da dislessia e disturbi nell’apprendimento, e per questo inserito a scuola in specifici programmi didattici.
Ma non solo, il giovane a causa della sua condizione (si sfogò un giorno con i genitori), subiva soprusi e bullismo proprio a scuola. Addirittura, rivelò non senza dolore alla madre, lo studente veniva puntualmente deriso e bullizzato davanti all’intera classe, dal professore di matematica.
La signora scrisse allora più mail alla dirigente scolastica dell’istituto di via delle sette Chiese, ma non ebbe mai riposta.
La vicenda venne anche imbracciata dal deputato di Fdi, Fabio Rampelli il quale, due mesi dopo (a settembre), presentò un’interrogazione parlamentare.
Gli inquirenti decisero così di indagare sulle denunce espresse dalla donna, andando a verificare la veridicità di quei terribili fatti.
Ad inchiodare l’insegnante, prima il ritrovamento di una nota scolastica all’interno nel registro elettronico dove, tre giorni prima del suicidio, il prof di matematica si esprimeva nei confronti del 17enne con toni eccessivamente duri.
Poi, ascoltando i compagni di classe del ragazzo, emerse tutta la violenza verbale ed intimidatoria dell’insegnante, che sovente, tacciava il giovane di avere il cervello di un bimbo di 5 anni. Insomma, veri e propri maltrattamenti ai danni di un minore, oltretutto con problemi, tali da spingerlo all’estremo gesto.
Ora la Procura ha finalmente indagato per istigazione al suicidio l’insegnante, che nei prossimi giorni sarà interrogato.
Inoltre il Pm sta approfondendo la vicenda, anche perché, a seguito della mozione mossa da Rampelli, il ministero dell’Istruzione inviò degli ispettori per fare luce sulle denunce, ma la cosa finì lì: tanto è che l’insegnante rimase tranquillo al suo posto, senza nemmeno subire richiami…
Max