“Io vivo entrando e uscendo dagli ospedali, per me ogni giorno è l’8 ottobre. Mi spiace che questa strage non venga ricordata a sufficienza”. Con queste parole, affidate all’Adnkronos, Pasquale Padovano, unico sopravvissuto alla strage di Linate, ricorda l’incidente di 20 anni fa. In quell’incidente morirono 118 persone: i quattro a bordo del Cessna, 110 tra passeggeri e componenti dell’equipaggio dell’aereo scandinavo e quattro dipendenti, addetti allo smistamento bagagli, che stavano lavorando all’interno dell’hangar.
Padovano, dipendente della Sea, era nell’hangar in cui l’aereo terminò la sua corsa e prese fuoco. Il suo volto e il suo corpo portano ancora i segni dell’incidente. Quattro mesi di coma, altri mesi di terapia intensiva, una lista lunghissima di interventi chirurgici non hanno cancellato l’orrore delle fiamme. E chiede che il ricordo delle vittime resti ben impresso. “Sarei favorevolissimo a mettere una stele, un monumento, all’ingresso dell’aeroporto di Linate, in modo che nessuno possa dimenticare. Mi piacerebbe leggere i nomi delle vittime, sarebbe un modo giusto di ricordare chi non c’è più”, conclude.