(Adnkronos) – La procura generale di Milano oggi ha trasmesso alla corte d’Appello di Brescia la richiesta di revisione del processo per la strage di Erba firmata dal pg Cuno Tarfusser, per cui stanno scontando la pena definitiva all’ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. La procuratrice generale Francesca Nanni, tuttavia, ha allegato all’istanza una relazione, in cui spiega che “la richiesta è inammissibile, perché proveniente da un soggetto non legittimato e infondata nel merito, ma essendo stata trasmessa in segreteria, ha dato avvio all’iter. In sostanza – ha spiegato Nanni ai cronisti – non sono io che devo decidere su questo provvedimento del dottor Tarfusser”. E così “quelli che temevano che la faccenda non fosse poi valutata nel merito, avevano torto”. Al momento, a quanto risulta alla procuratrice generale, i legali dei coniugi Romano non hanno presentato alcuna istanza di revisione, ma “se vogliono, possono unire la loro a quella trasmessa” oggi alla corte d’Appello di Brescia, che dovrà decidere se riaprire il caso.
“Non ci sono gli elementi, i requisiti e i presupposti per la revisione” del processo per la strage di Erba, ha detto la procuratrice generale di Milano, che ha trasmesso a Brescia l’istanza di revisione firmata e depositata in segreteria dal pg Tarfusser lo scorso marzo.
Da allora “il tempo è servito prima all’avvocato generale e poi a me per leggere le carte e analizzare gli atti, i verbali e le sentenze. Siamo concordi nel dire che non ci siano quelle prove decisive”, ha aggiunto Nanni, spiegando che gli elementi per la revisione devono essere “nuovi e decisivi, secondo noi non sono tali”. Anche “la falsità in giudizio dev’essere dimostrata e decisiva” per determinare la revisione della condanna, ma “secondo noi manca anche questo requisito” e anche le nuove consulenze “mettono in discussione elementi che sono già stati ampiamente valutati”.
L’istanza di revisione, accompagnata da una relazione della procuratrice generale, è stata però trasmessa alla corte d’Appello di Brescia. Una scelta che “garantisce soprattutto le persone interessate, che avranno una sede in cui queste richieste saranno lette e analizzate”. E così il caso “complesso e delicatissimo”, ha sottolineato la pg, “avrà un suo sviluppo nella sede competente”.