(Adnkronos) – “Sono più fiducioso nella giustizia, incrociamo le dita”. Così Olindo Romano, condannato all’ergastolo insieme alla moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba, in una lettera inviata al giornalista Marco Oliva poche settimane fa e letta in esclusiva a ‘Mattino Cinque News’, all’indomani della decisione della Corte d’Appello di Brescia che ha detto sì al processo di revisione.
“In carcere è cambiata anche l’atmosfera”, racconta Olindo nella lettera, spiegando che “tutti mi esprimono sostegno e solidarietà e mi incoraggiano a non mollare”. Poi due annotazioni sulla sua vita: “Ho cambiato lavoro, non faccio più il cuoco in cucina ma mi occupo dei lavori da imbianchino. Spero di uscire dal carcere prima o poi e di avere un futuro con Rosa”.
Nella strage della corte di via Diaz a Erba, sotto i colpi di spranga e coltello, morirono Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli due anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini. Il sì alla revisione del processo arriva dopo che nell’aprile scorso il pg di Milano Cuno Tarfusser aveva presentato una richiesta di revisione, iniziativa poi sostenuta da un’ulteriore richiesta da parte delle difese dei due condannati. L’udienza del primo marzo servirà per discutere, per la prima volta, se approfondire e come alcuni temi centrali nel processo, quindi davanti ai giudici ci sono tre strade: assoluzione, condanna, inammissibilità.