Con 140 voti favorevoli, 38 astenuti (tra i quali anche la Cina), e cinque contrari (Siria, Corea del Nord, Eritrea, Bielorussia, ed ovviamente la stessa Russia), oggi l’assemblea generale dell’Onu ha approvato la risoluzione – non vincolante – che chiede lo ‘stop immediato’ all’invasione delle truppe di Putin in Ucraina.
Come si legge nella risoluzione, si deplorano le “terribili conseguenze umanitarie provocate dall’invasione russa, ad un livello che la comunità internazionale non vedeva in Europa da decenni“.
Allo stesso modo la “condanna unanime è rivolta anche anche ai bombardamenti, alle incursioni aeree e, soprattutto, “all’assedio di città densamente popolate come Mariupol”.
Inoltre, “si chiede l’accesso totale agli aiuti umanitari”.
Dal canto suo Zhang Jun, l’ambasciatore cinese all’Onu, nel corso del suo intervento ha affermato che “I Paesi importanti non devono adottare un approccio semplicistico di amico o nemico, bianco o nero e non devono costringere nessun Paese a scegliere una parte”.
A maggior ragione, ha poi proseguito il diplomatico di Pechino, ”i Paesi in via di sviluppo, che rappresentano la maggioranza nel mondo, non sono parti nel conflitto, non devono essere trascinati nella questione e costretti a soffrire delle conseguenze del conflitto geopolitico e delle rivalità delle potenze maggiori”.
Max