Hai voglia a dire e a fare: purtroppo il nostro Paese, con una puntualità inquietante, ogni volta che si lavora sulle stime di crescita viene indicato come il paese peggiore di tutta l’Eurozona.
Del resto in questo l’Europa è sempre attenta a ‘ricordarcelo’, così come accaduto oggi quando, aggiornando le stime sul’andamento della nostra economia, la Commissione Europea si è trovata costretta a dover ‘limare’ la previsione di crescita per il 2020, che (in virtù del pessimo ‘trascinamento’ del 2019, con il Pil a -0,3% nell’ultimo trimestre), passa così dallo +0,4% di novembre, allo +0,3%.
Premettiamo subito che, complessivamente, per l’Eurozona la media di crescita per il triennio è dell’1,2%. Detto questo, nel 2021 la nostra economia dovrebbe segnare un +0,6%, contro lo 0,7% precedentemente stimato. Come ha illustrato aprendo l’anno giudiziario Angelo Buscema, presidente della Corte dei Conti, “La fase di preparazione del Documento di Economia e Finanza 2020 diventa occasione decisiva, un banco di prova per tutti. Sarà necessario definire un programma in grado di invertire la tendenza insita nelle previsioni prevalenti per il nostro Paese“. Occorre quindi, ha aggiunto, “Valutare con grande attenzione il quadro della finanza pubblica anche a valle della spinta al ribasso sull’economia derivante dal coronavirus, che si innesta su un panorama tutt’altro che confortante“. Quindi, ha proseguito Buscema, “Le previsioni sulla crescita sono in larga misura concordi nel ritenere che anche il 2020 resterà lontano dai ritmi di sviluppo pre-crisi, mentre l’inizio di una ripresa viene collocato nel biennio successivo. Su questo quadro tutt’altro che confortante si sono ora innestati impulsi nuovi e in parte imprevisti, che sembrano riportare verso il basso le prospettive economiche: dalle tensioni geopolitiche agli effetti, difficili da stimare, del ‘coronavirus’ sull’economia cinese e, di riflesso, su tutte le altre aree economiche mondiali“. Infine, il presidente della Corte dei Conti ha voluto ribadire che “Da ciò deriva la necessità, anche per il nostro Paese, di monitorare e valutare con grande attenzione l’evoluzione del quadro di finanza pubblica, al fine di prevenire il rischio di deviazioni dal percorso di risanamento di bilancio, a sua volta elemento indispensabile nel ‘rientro’ del debito pubblico verso condizioni di minore vulnerabilità finanziaria”.
Max