Stime crescita giù, Conte alla Commissione: ’Ingenerosi’

    Le previsioni al ribasso della Commissione Ue sulla crescita italiana non sono piaciute al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha definito ingeneroso il trattamento riservato da Bruxelles. Le stime sono state diminuite di uno 0,1% rispetto ai dati previsti a febbraio, quindi si parla di un: +0,9% nel 2018, +0,1% nel 2019, +0,7% nel 2020 con il deficit che sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020, ed il debito a 133,7% nel 2019 e a 135,2% nel 2020, questo senza considerare la clausola di salvaguardia dell’aumento dell’Iva.  

    Stime crescita giù, Conte alla Commissione: non si considerano gli sforzi del Governo

    L’Italia viene posta quindi all’ultimo gradino della classifica per la crescita e l’occupazione dall’Europa, con i nuovi dati che hanno fatto schizzare lo spread oltre 260 punti. “Le previsioni della Commissione Europea mi sembrano ingenerose” ha dichiarato il premier Giuseppe Conte, che lamenta il fatto che non siano state considerate le azioni volte a incentivare la crescita da parte del Governo. Per Conte “non valutare che le nostre misure avranno qualche impatto è un atteggiamento pregiudizialmente negativo da parte della Commissione. Ci aspettiamo nel secondo trimestre una crescita che confidiamo e speriamo sostenuta”.
    Il presidente del Consiglio ribadisce che il Governo ha intrapreso “un percorso di politica economica e sociale e lo perseguiamo con determinazione e lasciamo ad analisti, esperti, istituzioni finanziarie interne ed estere fare le loro previsioni. A noi interessa un percorso ben definito”.

    Anche il Ministro dell’Economia Tria non ha gradito le valutazioni della Commissione Europea. “L’Ue non tiene conto di dati del primo trimestre che non erano negativi”. Le previsioni della Commissione, secondo Tria, “sono sostanzialmente uguali, tranne che per l’anno prossimo, ma lì c’è il problema legato ad una vecchia discussione con la Commissione europea. Loro fanno previsioni, come dicono, a politiche invariate”, ovvero a “legislazione invariata”. Per il Ministro va considerato invece che nel Def “si chiede un aumento dell’Iva e si chiede di mantenere gli obiettivi di deficit pubblico”.