Allo stato dei fatti vige il più assoluto ‘riserbo’ circa le modalità pratiche che andranno a caratterizzare il ritorno dei nostri figli a scuola. Lette ed ascoltate tante anzi, fin pure troppe ma, al di là dei facili proclami, in molte scuole al momento dei famosi banchi monoposto si sa poco e nulla, altrettanto su chi e come ‘vigilerà’ dall’interno sui nostri figli sotto il profilo sanitario (un medico di base, un’infermiera?).
Senza poi entrare nell’aspetto ‘realistico’: uno scolaretto ha la febbre: è una banale influenza o il sintomo di un contagio, che accadrà? Insomma, a 14 giorni dal ‘D-Day’, a ragione, sono ancora tante e ‘nebulose’ le questioni che agitano i nostri sonni di genitori.
Ma attenzione, tutto ciò lasciandoci trasportare dal solo fattore emotivo legato alla legittima fobia del coronavirus, in realtà sarebbero numerose e comunque tutte ‘delicate’ le questioni da affrontare nell’ambito scolastico: da maestre che ‘misteriosamente’ partono ogni giorno da Napoli per andare ad insegnare a Roma (quindi mettendo in conto la difficoltà dei trasporti, con ritardi, scioperi, ecc), poi l’annosa situazione ‘supplenti’ (dove, a ragione, figurano anche le ‘antiche diplomate alle magistrali’, miracolosamente ripescate a casaccio o per conoscenza dal paesino amico), senza contare poi la delicata faccenda del ‘sostegno’ (raro e mal gestito), e poi le mense, e tanto altro ancora.
Eppure chi deputato a risolvere tali complicati e delicati interrogativi, sprizza ottimismo da tutti i pori, al punto da aspirare ad entrare nella storia (!!!). Almeno questo traspare da quanto affermato oggi dalla ministra Azzolina che, in una lettera indirizzata a docenti e tecnici amministrativi, ha affermato raggiante: ”Da domani prenderà il via formalmente l’anno scolastico. Quello che stiamo per vivere è un inizio davvero particolare: tutti Voi, Docenti, Dirigenti, Personale Ata, siete ben consapevoli del fatto che stiamo per scrivere, insieme, un capitolo nuovo e determinante nella storia della nostra scuola”.
Quindi, in piena tranche emotiva, la ministra prosegue scrivendo: ”Siate innanzitutto fieri del lavoro fin qui svolto. Veniamo da mesi difficili in cui, come comunità scolastica, abbiamo dovuto reagire ad una pandemia che ha colto il mondo di sorpresa, travolgendolo. Abbiamo affrontato un evento inatteso e davvero doloroso per noi che viviamo del contatto con gli studenti: la sospensione delle attività didattiche in presenza. La didattica a distanza, nonostante le difficoltà, ha tenuto vivo il legame con le nostre ragazze e con i nostri ragazzi. Insieme poi, a giugno, abbiamo riaperto i nostri Istituti, per la prima volta, per lo svolgimento degli Esami di Stato delle scuole secondarie di secondo grado. In molti avevano messo in dubbio la nostra capacità di organizzarli in presenza, allarmando su possibili fughe di commissari e presidenti di commissione”.
Tralasciando l’enorme confusione caratterizzata dalla cosiddetta didattica a distanza, dove la maggior parte delle docenti hanno evidenziato una deplorevole lacuna tecnologica (intere classi allo sbando, contini cambi di codici, incapacità di gestire la linea), e moltissimi bambini – specialmente i più poveri – sono stati penalizzati dalla mancanza di un supporto telematico (tablet, pc), quando addirittura dalla possibilità di non poter disporre di una linea internet, la ministra ‘vira’, ringraziando lo spirito di sacrificio dimostrato dai docenti (ed è vero, alcuni sono stati eroici, ma non tutti), “In pochi hanno poi voluto raccontare con quale spirito di servizio la scuola tutta abbia gestito senza alcuna criticità una prova che resterà nella storia e nel cuore di studentesse e studenti. Anche di questo non posso che ringraziarvi uno per uno. A breve le scuole riapriranno le porte a tutti. Prima con i percorsi di recupero degli apprendimenti, che andranno avanti anche durante l’anno per garantire a ciascuno studente la preparazione di cui ha bisogno, poi con le lezioni vere e proprie”.
Ad ogni modo, rassicura la ministra, è tutto perfettamente sotto controllo, e dunque, ”Ci troveremo a convivere con regole di sicurezza da rispettare e con una maggiore attenzione agli aspetti sanitari. Non era mai successo prima. So che c’è preoccupazione, è comprensibile. Ci darà sostegno la garanzia del gran lavoro fatto. Lo dico senza alcun trionfalismo, ma con soddisfazione: dati alla mano, nessuno in Europa si è impegnato così tanto nei mesi estivi per preparare la scuola a questa nuova stagione”.
Speriamo, a noi – dati alla mano – nei paesi dove le scuole hanno già ripreso le attività, risulta esserci stata una grandissima confusione e, alle prime febbri, hanno già richiuso, una dopo l’altra…
Max