“Va prorogato lo stato d’emergenza, sicuramente sì. Sono d’accordo con il presidente del Consiglio al 100%”. Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive del Sacco di Milano, si esprime così a Otto e mezzo. Gli strumenti della democrazia “sono stati efficienti all’inizio di questa epidemia? A questo punto, siamo adesso in grado di riempire tutti i vuoti e di risolvere tutti i problemi? Vivendo tutti i giorni in prima linea, la mia risposta è no. L’aspetto della garanzia costituzionale diventa un problema ideologico, lontano dalle esigenze pratiche”.
Si parla del vaccino AstraZeneca, riservato ora agli over 60. “Per la campagna vaccinale c’è la necessità prioritaria della tutela collettiva ma da un certo punto in poi ci deve essere anche attenzione al rischio individuale. E’ molto raro quello che è capitato, ma su grandi numeri e con tanti giovani vaccinati è un po’ la cronaca di un evento annunciato. Se fossimo stati nella situazione di marzo-aprile, quando la vaccinazione aveva iniziato a decollare, si poteva dare la priorità all’interesse di avere tante vaccinazioni”, dice, evidenziando che nella situazione attuale si poteva ipotizzare un uso mirato del vaccino, finito nuovamente sotto i riflettori per rari casi di trombosi. Appare complicato mantenere un assetto ordinato anche nella gestione della campagna vaccinale: “Ogni regione fa un po’ quel che gli pare, non abbiamo un vero coordinamento nazionale autorevole” anche se “il ministro lo ha fatto, con chiarezza, e credo che questo sia importante”, dice riferendosi agli ultimi atti del ministro Roberto Speranza, in particolare in relazione al vaccino AstraZeneca.