Ieri, mercoledì 23 settembre, due poliziotti sono stati feriti con colpi d’arma da fuoco durante una protesta a Louisville, in Kentucky, organizzata per Breonna Taylor, 26enne afroamericana uccisa per errore dalla polizia lo scorso 13 marzo dalla polizia.
I cittadini erano scesi in piazza dopo che un gran giurì, una particolare giuria chiamata a stabilire se le prove raccolte sono sufficienti per iniziare un processo penale nei confronti di una persona, aveva incriminato solo un agente della polizia Brett Hankison, su tre coinvolti, solo per condotta pericolosa (non omicidio) per la morte di Breonna. “L’uso della forza da parte degli agenti era giustificato”, spiega il tribunale. Jonahatn Mattingly e Myles Cosgrove, gli altri due agenti che irruppero nell’appartamento di Breonna, uccidendola, sicuri di arrestare un pusher, non sono stati incriminati.
I tre poliziotti entrarono la notte del 13 marzo nella casa di Breonna e del fidanzato, Kenneth Walker. Pensando fosse un ladro, Walker sparò contro gli agenti, che hanno raccontato di essersi annunciati più volte (versione smentita da Walker). Breonna morì quella notte sotto i colpi sparati dalla polizia.
Mario Bonito