Il Juneteenth è una festività annuale che celebra la fine della schiavitù negli Stati Uniti, avvenuta il 19 giugno del 1865. In questa data il generale Gordon Granger, due mesi dopo la fine della guerra civile, entrò con quasi duemila uomini a Galveston, in Texas, portando la notizia dell’emancipazione degli afroamericani e della liberazione dalla schiavitù in una delle zone nel profondo Sud.
In verità la schiavitù fu abolita nel 1862 da un ordine esecutivo dell’allora presidente, Abraham Lincoln. Noto come Proclamazione di Emancipazione, l’ordine recitava: “Tutte le persone tenute come schiavi sono libere”. La notizia però si diffuse lentamente e incontrò la resistenza di molti proprietari terrieri, specialmente nel Sud (nel 1860 negli Usa c’erano circa quattro milioni di schiavi). La schiavitù fu poi abolita costituzionalmente dal XIII emendamento, ratificato nel dicembre 1865.
Juneteenth, come si celebra?
Gli americani feteggiano il Juneteenth, noto anche come Juneteenth Independence Day o Freedom Day, con feste, pic-nic e raduni con familiari e amici. In alcune comunità è ancora viva la tradizione della lettura della Proclamazione di Lincoln, accompagnata da canti e musiche tradizionali. L’anno scorso le più grandi celebrazioni si sono svolte a Milwaukee (Wisconsin), Philadelphia (Pennsylvania), Buffalo e New York City, con fuochi d’artificio e sfilate.
Juneteenth non è una festa federale
Nel 1980 il Texas fu il primo stato a dichiarare il Juneteenth una festa statale. Oggi tutti gli stati Usa eccetto quattro (Montana, Hawaii, North Dakota e South Dakota) celebrano questa giornata, non considerata una festa federale. Il Senato ha però approvato una risoluzione che riconosce il “Juneteenth Indipendence Day”, ma la Camera dei rappresentanti non lo ha ancora fatto. Negli ultimi anni molte grandi aziende hanno iniziato a osservare il Juneteenth per sensibilizzare i lavoratori sul tema.
Juneteenth in ricordo di George Floyd e Rayshard Brooks
Quest’anno il Juneteenth capita nel bel mezzo delle proteste per la morte di George Floyd e Rayshard Brooks, i due afroamericani uccisi, in circostanze diverse, dalla polizia. Sono previste manifestazioni e cortei in molte città.
Trump, il comizio di Tulsa
Inizialmente il presidente Donald Trump aveva programmato il primo comizio post Covid-19 della campagna elettorale a Tulsa, in Oklahoma, il 19 giugno in coincidenza con il Juneteenth. Una scelta molto criticata. Oltre al rischio precoce di maxi-assembramenti, è stata considerata una scelta di cattivo gusto in un periodo di proteste contro le discriminazioni razziali. Trump è stato costretto a spostare l’evento a domani. Non ha perso però l’occasione per lanciare una frecciata delle sue: “Nessuno aveva mai sentito di questa festa prima del comizio di Tulsa. L’ho resa molto famosa”. Proprio a Tulsa, però, tra il maggio e il giugno 1921 si consumò il Black Wall street massacre, uno dei peggiori massacri di cittadini afroamericani della storia degli Stati Uniti d’America.
Mario Bonito