La scorsa settimana negli Stati Uniti altre 4.4 milioni di persone hanno perso il lavoro e richiesto il sussidio di disoccupazione fornito dallo Stato. A riportarlo è l’agenzia di stampa americana Associated Press.
Sale così a 26 milioni il numero dei lavoratori licenziati in poco più di un mese dall’inizio della pandemia, ovvero da quando i datori di lavoro sono stati costretti a chiudere le attività.
È una crisi del mercato del lavoro senza precedenti. Forse solo nella Grande depressione del ’29 si era registrato un tasso di disoccupazione così alto, vicino al 15%, che secondo alcuni economisti potrebbe raggiungere il 20% entro la fine di aprile.
Finora le persone che hanno ricevuto il sussidio di disoccupazione sono 16 milioni, 4 milioni in più rispetto al periodo della grande recessione terminata nel 2010. “È stato uno shock devastante per molte famiglie e piccole imprese” ha detto all’Associated Press Aaron Sojourner, economista del lavoro all’Università del Minnesota.
Nei giorni scorsi le principali città di alcuni Stati sono state teatro di manifestazioni e proteste di cittadini che chiedevano ai governatori la riapertura delle attività non essenziali.
Texas e Georgia, nonostante il parere contrario delle autorità sanitarie e il rischio di diffusione del virus tutt’altro che rientrato, hanno iniziato ad alleggerire gradualmente le misure restrittive.
Mario Bonito