E’ in corso nell’Aula di Montecitorio, dopo l’ennesima fumata nera di martedì, la votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione dei due giudici della Corte Costituzionale e dei restanti componenti laici del Consiglio superiore della magistratura dopo quelli eletti nei giorni scorsi.
Per la Consulta i nomi indicati restano quelli di Donato Bruno e Luciano Violante. Pd e Fi, inoltre, si apprestano a sostenere la candidatura al Csm di Pierantonio Zanettin, nuovo nome indicato dagli azzurri dopo il ritiro di Luigi Vitali.
Il Movimento 5 stelle ha annunciato che voterà scheda bianca. “Dateci nomi onesti e validi da votare”, ha detto Danilo Toninelli nel corso di una conferenza stampa chiedendo che vengano avanzate nuove candidature.
Per scongiurare un’altra fumata nera dopo le assenze ’ingiustificate’ nei giorni scorsi, Forza Italia mobilita i suoi. C’è chi arriva a Montecitorio anche in stampelle come il deputato Luca D’Alessandro reduce da un piccolo intervento al ginocchio. Anche il senatore Augusto Minzolini, si mantiene sulle grucce perché “incidentato”.
Si sprecano contatti e incontri per cercare di uscire dalla palude in cui si sono impantanati Fi e Pd. Anche dal voto di martedì sono emerse con chiarezza fronde interne che bloccano la nomina del tandem Violante-Bruno e si attendono segnali chiari da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, accompagnato da Denis Verdini e Gianni Letta, è arrivato nel pomeriggio a palazzo Chigi per un incontro con il premier.
La votazione di oggi arriva dopo che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha esortato il Parlamento a superare lo stallo, stigmatizzando il comportamento delle forze politiche, fin qui incapaci di trovare un punto di sintesi.
“Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del Csm e dei giudici della Corte costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi. Che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravità”, sottolinea il capo dello Stato.
I quorum elevati per eleggere i giudici della Consulta e i componenti laici del Csm da parte del Parlamento “implicano tassativamenteconvergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza”, afferma Napolitano.
“Non so – sottolinea il capo dello Stato – se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione. Di recente, e specialmente nella discussione in Senato sul superamento del bicameralismo paritario, si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione del 1948 per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale. Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione, nel 1993 e nel 2005, di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dalla Camera) anch’essa maggioritaria”.
“Ove vengano da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, e finiscano per prevalereimmotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora e può essere messo in discussione in senso opposto all’orientamento che ho prima richiamato. Si rifletta dunque bene -conclude Napolitano – anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l’insediamento nel nuovo Csm”.
I commenti – L’ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassare, commenta così all’Adnkronos, il richiamo di Napolitano: ’’Lo stallo su Consulta e Csm è grave. Il richiamo del Colle, però, è forte e giusto. Si rischia una perdita maggiore di credibilità di un Parlamento che già non brilla per consensi. E i cittadini si sentono meno rappresentati’’.
Il giurista Enzo Cheli, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Firenze, osserva: “La Corte Costituzionale può anche funzionare con 13 giudici, ma i membri della Consulta sono stati pensati dai costituenti secondo un equilibrio interno molto preciso che questa mancata elezione rischia di alterare’’. ’’E’ assolutamente necessario che la situazione si sblocchi al più presto -rimarca – considerando anche che i nomi dei candidati fatti sono autorevoli, e che il mondo del diritto presenta molte altre candidature di alto livello’’.
Per il senatore di Grandi autonomie e libertà, Lucio Barani, “fa bene il Presidente della Repubblica a definire preoccupante la situazione di stallo che si è creata nell’elezione nei componenti mancanti di Csm e Consulta, ma forse sarebbe anche il caso che facesse una specie di autocritica“. “Il Presidente – aggiunge – dovrebbe ammettere di essersi sbagliato nel nominare i senatori a vita che, pur concorrendo a formare il quorum, non si sono mai visti nel Parlamento in seduta comune. Oppure, quantomeno, li solleciti a darsi una mossa”.
Gianfranco Pasquino, docente di Scienza politica all’Università di Bologna, osserva: “Non faccio il gufo ma in questi casi se ne esce cercando altri candidati. Forza Italia e il Pd hanno puntato su persone che – secondo un certo numero di parlamentari, e non sembrano pochi – non hanno le qualità adatte’’.
Il presidente del gruppo Autonomie del Senato Karl Zeller (Svp) sottolinea: “Il Presidente Napolitano ha perfettamente ragione: quella che si è creata in Parlamento è una situazione molto spiacevole. E’ insopportabile che non si riesca ad eleggere i componenti mancanti di Csm e Consulta”.