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Stadi aperti ma con il 25% della capienza massima. I governatori dettano le regole. Il (legittimo) dissenso di Zingaretti

Ovviamente non spetta a noi valutare o meno, certo è che in un momento come questo, dove si sta facendo di tutto per evitare una seconda ondata di coronavirus – specie dopo aver sofferto tanto – apprendere determinate notizie ci lascia un po’ perplessi.

Ma al termine della videoconferenza che ha avuto luogo presso la sede del ministero degli Affari regionali, i governatori (appunto protagonisti della Conferenza Stato-Regioni), poco fa è stato dato l’ok alla riapertura degli stadi di calcio, a patto però che i posti occupati non superino il 25% della capienza totale degli impianti.

Poi ovviamente, tutto quello che ne consegue in termini di misure anti-covid, come l’uso della mascherina, il distanziamento dei post a sedere (nominativi), e la misurazione della temperatura agli ingressi.

Toti: “Occorre riattivare l’intero settore sportivo con cautela”

Lasciando Palazzo della Stamperia, Giovanni Toti, fresco di rilettura a governatore in Liguria, ha spiegato che nell’ambito della videoconferenza, ‘quasi’ di comune accordo è stato stilato un documento di proposta al Governo, improntato sull’adozione “di linee-guida per la partecipazione del pubblico agli eventi ed alle competizioni sportive e un altro documento per la ripresa degli sport di contatto”. Testi che, ha aggiunto Toti, “rappresentano un importante contributo per la ripresa delle diverse attività sportive. Il mondo dello sport ha sofferto, come altri settori, di un fermo prolungato dovuto alla gestione della pandemia. Ora occorre riattivare l’intero settore sportivo, puntando su una presenza limitata di pubblico e sul massimo livello di prevenzione”. Dunque, ha chiarito ancora “la nostra proposta prevede la partecipazione di spettatori muniti di mascherine, a cui sia stata misurata la temperatura in ingresso, esclusivamente in posti a sedere assegnati personalmente, distanziati e nei limiti massimi del 25% della capienza dell’impianto”.

Toti: “Sport a contatto? Ci sono indicazioni specifiche per la ripresa”

Inoltre, per gli sport definiti ‘a contatto’, il  vicepresidente vicario della Conferenza delle Regioni ha affermato osserva “che si tratta di indicazioni che accompagnano e consolidano la ripresa delle attività e degli allenamenti nelle diverse discipline. E’ una guida indispensabile per organismi e società sportive, per gli operatori, per i gestori, per i genitori dei minori e per il pubblico degli eventi sportivi”.

Stadi aperti al 25%: ora l’ultima parola spetta al governo ed al Cts

Quindi, ha concluso il presidente della Liguria, “ancora una volta le Regioni hanno svolto un’azione corale di concertazione, dimostrando anche in questo caso il valore fondamentale della collaborazione istituzionale per la gestione della ripresa delle diverse attività”. Detti documenti passeranno ora la valgo del governo che, con il parere del Cts esprimerà le proprie valutazioni, soprattutto tenendo conto dell’attuale situazione epidemiologica.

Dal canto loro i governatori auspicano che tali proposte “possano essere recepite in un prossimo Dpcm, sin dai primi giorni di ottobre, anche per consentire la ripresa nel rispetto massimo delle regole di prevenzione, dopo la serie A del calcio, anche negli altri campionati e tornei“.

Il dissenso di Zingaretti: “Bacchettiamo le scuole e poi riapriamo gli stadi?”

Ma non sono state tutte e rose e fiori nell’ambito della Conferenza. C’è infatti da segnalare il legittimo dissenso del delegato allo sport della Regione Lazio. Un gesto, come ha poi chiarito Nicola Zingaretti, che segue “l’appello dell’Associazione Nazionale dei Presidi che solo ieri ha richiamato il senso di responsabilità di studenti e genitori invitandoli ad usare sempre mascherine e distanziamento agli ingressi e le uscite delle scuole, evitando gli assembramenti, ritengo sbagliato oggi, anche solo ipotizzare la riapertura degli stadi fino al 25% della loro capienza creando quindi assembramenti che possono raggiungere il numero di migliaia di persone. Non c’entra niente lo sport o il calcio – ha tenuto a precisare Zingaretti – ma mantenere un minimo rigor di logica e coerenza nelle scelte che si fanno per garantire la sicurezza degli italiani”.

Effettivamente un po’ di avventatezza da questa decisione traspare…

Max