“La povertà si contrasta con un piano organico e le risorse non sono il principale ostacolo alla sua attuazione, perché se c’è chiarezza sull’obiettivo e sul percorso, ed una forte volontà politica, si può iniziare da subito”. Non si è fatto attendere, alla vigilia della presentazione della legge di stabilità, il monito dell’Alleanza contro la povertà in Italia nei confronti del Governo e di tutto larco politico. Come ha tenuto a ribadire il presidente Acli – e portavoce dell’Alleanza – Gianni Bottalico: “La lotta alla povertà va inserita in un grande compito: quello di rendere il Paese più uguale e più giusto. I soggetti che compongono l’Alleanza contro la povertà stanno insieme per il Paese. Vediamo cosa effettivamente ci sarà nella legge di stabilità, la valuteremo in modo coerente alle cose che l’Alleanza ha fatto. Risorse adeguate tempi certi, servono queste certezze. Il reddito di inclusione sociale (reis) ha aggiunto Bottalico – costituisce un lavoro importante avviato in questi anni, ci siamo strutturati sul territorio con i tavoli regionali. Stiamo facendo molti passaggi anche con i gruppi parlamentari. Siamo ottimisti e determinati a proseguire con tenacia il cammino verso l’obiettivo di dotare anche l’Italia di un Piano nazionale contro la povertà”. Un tema, quello della povertà, che chiama in causa diverse associazioni e sigle, non insensibili a questa reale ed urgente priorità: “Negli ultimi 12 mesi abbiamo registrato un elevato grado di consenso sulla misura contro la povertà assoluta proposta dall’Alleanza, il reddito di inclusione sociale ha ribadito Cristiano Gori, docente dell’università Cattolica – Tre sono gli obiettivi: costruzione di futuro, inclusione sociale, universalismo. Quest’ultimo aspetto fa dire che l’intervento per minori è certamente utile, all’interno però di un Piano che comprende tutti i tipi di poveri. Dobbiamo iniziare oggi un percorso credibile per un welfare migliore che rimanga domani”. Dal canto suo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, confida affinché Il reis rappresenti un reale reinserimento nelleconomia e nella società delle persone che vivono ai margini. sarebbe importante che i provvedimenti che emergeranno dalla Legge di Stabilità siano il primo passo per riorganizzare i modelli di welfare del Paese puntando sulla partecipazione delle persone”. “ un provvedimento contro la povertà delle famiglie, per non rischiare di creare un effetto categoriale, deve essere un anticipo di una misura universale dice per la Caritas don Francesco Soddu – definendo sin dallinizio le tappe di un percorso da condensare in un piano nazionale; e va connesso alle reti territoriali, deve essere sussidiario e personalizzato per costituire davvero una prospettiva nuova per le politiche sociali del nostro Paese”. Tra le dichiarazioni, anche quelle del portavoce del Forum Nazionale del Terzo settore, Pietro Barbieri, che ammonisce: “è tempo di smetterla con le sperimentazioni sulla povertà. Ciò è insufficiente rispetto alle esigenze del Paese. Chiediamo che vengano definiti i livelli essenziali di assistenza e che il Paese si faccia carico del tema della povertà e del welfare”. Quindi, anche le sigle sindacali hanno tenuto a dire la loro sullo povertà: “Occorre un piano strutturale, universale e di prospettiva che abbia un obiettivo definito, il contrasto della povertà assoluta – suggerisce il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica – da raggiungere con un percorso graduale che può avere un unico criterio: il grado di povertà: si parte da chi è in condizioni di maggiore difficoltà, ma ci si deve rivolgere a tutti e non a specifiche categorie. Il contrasto alla povertà deve essere un livello essenziale di assistenza garantito in tutto il Paese”. Per la Cisl, Lorenzo Lusignoli, sostiene che “Il governo deve fare uno sforzo per recuperare le risorse necessarie a far partire il reis in un piano quadriennale che contempli sì la gradualità ma anche la certezza sugli obiettivi da raggiungere anno dopo anno, fino alla completa introduzione di uno strumento organico, strutturale e universale di lotta alla povertà”. Infine, Silvana Roseto della Uil ha tenuto a precisare lassoluta priorità della questione: “anche a causa della crisi economica, che ha ancora pesanti strascichi, il disagio sociale è, ormai, un’emergenza trasversale che richiede interventi basati su una programmazione complessiva che investa tutti gli ambiti della società e coinvolga tutte le istituzioni. Il Governo, contro la povertà assoluta, inserisca nella Legge di stabilità una soluzione strutturale, non frammentata e assistenzialistica e con fondi certi come il reddito di inclusione sociale”.
Max