Grande attesa stasera negli Stati Uniti, dove si prospetta un picco di ascolti televisivi record, con almeno 100 milioni di americani davanti alla televisione. In serata infatti, in diretta dalla Hofstra University di Long Island, nello Stato di New York, avrà luogo il primo di una lunga serie di faccia a faccia televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump, per lo sprint finale della lunghissima campagna elettorale per la Casa Bianca. Daltra parte, anche per i recenti avvenimenti che hanno funestato la società Usa (dagli attacchi di New York e nel New Jersey, allennesima uccisione di un afro, come a Charlotte), i temi di confronto per i due candidati, ed i loro differenti punti di vista, specie su immigrazione ed economia, promettono più di qualche scintilla. Al momento fra i due chi dovrà faticare di più per imporre i prorpi pensieri è Donald Trump che, sulla carta, è almeno 6 punti indietro rispetto alla candidata democratica, che ieri ha anche incassato l’endorsement del ’New York Times’. Moderato da Lester Holt, noto anchorman della Nbc, il dibattito vedrà accanto ai due contendenti anche gli altri due candidati presidenziali: il libertarian Gary Johnson e la verde Jill Stein (entrambi, come da regola, aventi diritto alla vetrina televisiva in quanto hanno raggiunto il 15% nei sondaggi). Una vigilia accompagnata da emozione e tensione, che Clinton e Trump stanno trascorrendo in ritiro con i loro consiglieri, per costruire i debiti attacchi ai rispettivi rivali. Anche qui la Clinton potrebbe raccogliere qualcosa in più sapendo come, se provocato sui temi giusti, Trump potrebbe facilmente eccedere con la sua impetuosità. Di contro il tycoon newyorchese potrebbe fare leva su tutta una serie di accadimenti che hanno investito Hillary nel corso del suo mandato da segretario di Stato, per creare difficile imbarazzi. Una sfida che in America regala atmosfere pari a quelle di importanti incontri sportivi, con tutta una serie di leggende costruite intorno a questo anche glamour – appuntamento. Ad esempio si racconta che, come da tradizione, nei giorni precedenti al dibattito i candidati presidenziali organizzano un finto dibattito, scegliendo qualcuno per impersonare l’avversario. A quanto risulta al ’Times’, Trump però avrebbe deciso di non avere un vero e proprio ’mock debate’ della stessa durata di quello vero, 90 minuti, e soprattutto non avrebbe scelto una persona per fare la ’finta Clinton’. Segue invece la tradizione – che è stata anche del marito Bill – Clinton, ma anche lei non avrebbe scelto un ’finto Trump’, con diversi membri del suo staff che lo impersonano a seconda degli argomenti. Tra questi Karen Dunn, la ’debate coach’, allenatrice dei dibattiti, che lavora e consiglia l’ex segretario di Stato da 16 anni e quindi conosce alla perfezione i punti di forza e le debolezze della sua capacità oratoria. Davvero avvincente ed impedibile per chi ha la possibilità di seguirlo
M.