Home BENESSERE A TAVOLA Spreco a tavola: gli italiani buttano sempre meno cibo

Spreco a tavola: gli italiani buttano sempre meno cibo

Seppure si proceda ancora a rallentatore, tuttavia, nel fare la spesa gli italiani stanno imparando sempre più a cadere sempre meno nello ‘spreco‘. Basti pensare che, negli ultimi 10 anni il ben 68% – 7 su 10 – mostra maggiore consapevolezza al momento dell’acquisto, mentre un 24% fatica ancora a rendersene conto, mantenendo le ‘vecchie regole’. Dunque, a ridosso della ‘VII Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare’, che sarà festeggiata domani attraverso la campagna ‘Spreco Zero’ (organizzata con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, della Salute e degli Affari Esteri), è comunque positivo apprendere dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, che lo spreco alimentare domestico è in calo di circa il 25%.

Cestiniamo 4,9 euro a settimana. Nel 2019 erano 6,6

Calcolato in soldi, mediamente ogni famiglia ‘spreca’ circa 4,9 euro a settimana che, se moltiplicati per il numero di famiglie italiane, e spalmate le cifre attraverso l’indotto (dall’origine alla filiera), parliamo di qualcosa come 6,5 miliardi di euro complessivi, per un costo pari a circa 10 miliardi di euro (con ‘almeno’ 3miliardi 293 milioni legati alla filiera produzione/distribuzione).
Il dato interessante è che, lo scorso anno, settimanalmente un nucleo familiare ‘sprecava’ alimenti per circa 6,6 euro, quindi un risparmio evidente maturato attraverso una presa di coscienza abbastanza importante e, soprattutto, in crescita.

Sappiamo leggere le etichette e scegliere il bio

Del resto ormai gli italiani, grazie anche all’informazione, hanno imparato ad acquistare con accortezza. Ad esempio, ‘abbiamo imparato’ a leggere le etichette (salubrità, qualità, ecc.) dei prodotti che poi andremo a mangiare. Così come, diversamente da prima, oggi molto incide anche la stagionalità dei prodotti, fattore del qual tiene conto ben 1 italiano su 2. Un italiano su 5 (il 19%) è ad esempio convinto che i prodotti bio rappresentino una ‘certezza’ e che insieme ad una corretta informazione, concorrono a determinare un oggettivo risparmio di sprechi.
Max