“Cominciamo a vedere una luce in fondo al tunnel”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto all’incontro L’Unione europea alla sfida del Covid, sulle notizie incoraggianti che arrivano dai vaccini prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna. “I dati che arrivano da numerose realtà che hanno fatto ricerca in questi mesi fanno ben sperare”.
Entusiasmo, ma anche cautela, è la linea seguita dal ministro. “Voglio avere un approccio prudente – ha proseguito – passaggi formali dovranno compiersi. Noi abbiamo agenzie istituzionali, sia sul piano nazionale che europeo, che dovranno seguire con la massima cautela le procedure”.
Riguardo ai tempi di distribuzione del vaccino, Speranza prevede che già nei primi mesi del 2021 “potremo essere nella condizioni di avere le prime dosi”, salvo che “come auspichiamo”, i processi di validazione vengano effettuati nelle prossime settimane.
Chi saranno i primi beneficiari? Secondo il ministro “il personale sanitario in prima linea negli ospedali. Poi tutte le categorie più fragili: gli anziani e tutte le persone con fragilità”. “Il vaccino è un bene pubblico universale e un diritto – ha sottolineato – non un privilegio di pochi”.
Per questo chiede un’accelerazione a livello europeo per la pianificazione dell’accesso ai vaccini. Per ora “lo stiamo facendo nel modo giusto – ha detto – sono stati sottoscritti contratti importanti che mettono in condizione tutti i Paesi europei di accedere alle cure”.
Il ministro ha inoltre ribadito l’importanza in questa fase delle misure di contenimento del virus: “Sono inevitabili. È evidente che provocano sofferenze e sacrifici, ma, come mostrano i dati delle ultime settimane, le misure sembrano funzionare”.
“Coordinamento europeo” però resta la parola d’ordine. “Una partita così difficile da gestire – ha detto il ministro – non poteva essere vinta solo sul piano nazionale, ma attraverso un coordinamento internazionale forte”.
Mario Bonito