In questo periodo di pandemia sono spesso in prima linea contro il Covid-19: fanno tamponi nelle cliniche private, nelle farmacie e nei drive in, prestano servizio di 118, lavorano nelle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e nelle Rsa. Sono i 24mila camici grigi che il 22 settembre hanno partecipato al concorso per entrare alle scuole di specializzazione mediche. 24mila medici per circa 14mila borse di studio.
Eroi coraggiosi e responsabili o più semplicemente, come preferiscono essere chiamati, medici che svolgono con dignità e passione il loro lavoro. Molti non sanno, però, che questi ragazzi più e meno giovani si sono dovuti scontrare con uno dei più grandi vizi italici: l’elefantiaca burocrazia che da mesi ritarda le assegnazioni delle borse. Le cause? Una serie di ricorsi che hanno prorogato le decisioni a data da destinarsi.
Ma riavvolgiamo il nastro. Il 5 ottobre i camici grigi avrebbero dovuto scegliere, alla luce della graduatoria, la scuola di specializzazione in tutta Italia, compatibilmente con il punteggio ottenuto. Quel giorno, al posto della graduatoria, esce una nota del Miur (ministero dell’Università e Istruzione) che annuncia l’inizio dei rinvii. Dal 5 ottobre solo una serie di note del ministero. Cinque per la precisione, fino a ieri, 3 dicembre, giorno in cui dovevano uscire le tanto attese assegnazioni. Il tutto però è posticipato al 15 dicembre, con la presa di servizio prevista sempre per il 30 dicembre.
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Un disagio arrivato fino al ministro Gaetano Manfredi che, dopo le critiche ricevute, questa mattina ha postato un video su Facebook in cui ha provato a giustificare le cause dei rinvii: ovvero la sentenza del Consiglio di Stato sull’ambiguo quesito n. 87 del concorso. “Me ne scuso – ha detto il ministro – ma questo tempo rappresenta una garanzia che la graduatoria sia quella definitiva”.
Oggi alle 15 i medici, stufi della situazione, si sono dati appuntamento davanti al ministero per protestare e per chiedere le dimissioni di Manfredi come “segno di un cambio di rotta. Dimissioni di chi, al netto dei conflitti giudiziari che hanno costellato questo percorso concorsuale, ha la piena responsabilità politica e amministrativa di questo caos”