(Adnkronos) – All’Italia serve una legge per lo spazio che normi “il settore spaziale” perché il nostro Paese non ha norme a riguardo eppure “la geopolitica è sempre più preminente” nelle attività in orbita e per questo la norma potrebbe arrivare già “nel collegato alla prossima manovra finanziaria”. A indicarlo è stato il ministro dell’Imprese e del Made in Italy con delega allo Spazio, Adolfo Urso, nel corso della sua audizione, oggi, in Commissione Attività produttive sulla politica spaziale e aerospaziale del governo. “Prevediamo di presentare la norma come collegato alla prossima manovra finanziaria” ha detto Urso. “Abbiamo intenzione – ha spiegato Urso nel corso della sua audizione – di presentare il collegato su quello che riguarda lo spazio nella prossima manovra finanziaria in modo da lavorarci in Parlamento il prossimo anno e concluderlo entro la manovra successiva”. L’obiettivo, ha detto il titolare della delega allo Spazio è “avere la legge entro l’autunno del prossimo anno approvata dal Parlamento” perché “e’ una legge importante in cui vanno affrontate le criticità che noi riteniamo importanti”. E la prima criticità rilevata da Urso è “la spazzatura spaziale, su cui stanno lavorando delle aziende spaziali come Alenia e Thales, con velivoli che recuperano detriti o li spostano su altre orbite, una tecnologia italiana molto importante e significativa e noi vogliamo valorizzarla”. Inoltre c’è la “militarizzazione dello spazio e la tutela dell’interesse nazionale” e, ha osservato il ministro, “non sfugga a nessuno che” lo spazio “è uno dei settori fondamentali nei domini, come mare e terra”, lo spazio “e la cybernetica” sono “tra i domini nell’alleanza atlantica”.
“L’Italia è stata una delle prime potenze spaziali” ed oggi “il comparto è uno dei più strategici” ha rilevato il ministro Urso aggiungendo che il settore spaziale è strategico per il nostro Paese anche dal punto di vista industriale visto che sul nostro territorio operano “300 aziende” e che il Paese fattura “4,5 miliardi di euro l’anno nel settore spaziale”. Il panorama delle 300 imprese spaziali italiane è composto “sia da grandi attori presenti sui mercati internazionali sia da piccole e medie imprese come start-up e spin-off che rappresentano un eccellente potenziale per la ricerca e la crescita” ha indicato. Urso ha riferito inoltre che “sono 50mila gli addetti specializzati, su un totale di 200mila nella filiera, che impegna oltre 4000 aziende che costituiscono l’indotto” e “circa il 90%, come accade nel modello italiano anche per questo settore così innovativo, sono piccole e medie imprese”.
Nel corsod ella sua audizione il ministro Urso ha chiarito che “il Pnrr prevede investimenti per 1,2 miliardi di euro, per potenziare i sistemi di osservazione della Terra, per il monitoraggio dello spazio extra-atmosferico e per rafforzare le competenze nazionali nella ‘space economy'” e “sono stati conclusi tutti i contratti previsti” e l’Italia “sullo spazio l’Italia scommette molto”. “Tutti i contratti previsti sono stati conclusi nei tempi utili” e dei fondi a disposizione nell’ambito del Pnrr “ne usufruiranno sia le grandi sia le piccole e medie imprese” ha riferito. Nell’ambito dei finanziamenti dedicati allo spazio Urso ha inoltre ricordato che c’è “un ulteriore stanziamento da gestire con un’apposita convenzione stipulata con l’Esa” ed “a ciò si aggiungono ulteriori 2 miliardi di investimenti approvati dal Comint, il Comitato interministeriale per lo Spazio, che presiedo su delega del presidente del Consiglio”.