(Adnkronos) – “In Italia siamo stati pionieri per le terapie avanzate, da noi tutto è iniziato. Ma andiamo a vedere gli ultimi anni: se prima 4 terapie avanzate su 7 erano prodotte nel nostro Paese, adesso siamo a 4 su 15. Abbiamo perso terreno. Le aziende non hanno trovato quell’ecosistema grazie al quale creare condizioni di sviluppo del settore. Da questa situazione possiamo uscirne solo se si riconosce l’importanza strategica dal punto di vista economico e industriale delle terapie avanzate. E poi bisogna agire su diversi paletti, abbiamo una burocrazia che rende tutto più difficile. Dobbiamo eliminare tutti quegli ostacoli a causa dei quali non siamo più il Paese di prima scelta per le terapie avanzate”. Così Federico Spandonaro, presidente Crea Sanità, a margine dell’evento Evento “At2 Advanced talks on Advanced therapies – retreAT: tracciare la strada delle terapie avanzate in Italia”, che si è tenuto oggi all’Auditorium Ara Pacis di Roma.
“Il problema delle terapie avanzate – afferma Spandonaro – non è l’accesso al mercato quanto quello della loro permanenza sul mercato. Il vero punto interrogativo dal punto di vista economico è come si fa a coniugare l’esigenza di sostenere queste terapie che hanno un prezzo unitario estremamente elevato con quella che deve essere una giusta remuneratività per le aziende farmaceutiche”. Come fare? “La risposta non c’è. Personalmente sono convinto che occorra fare una corretta negoziazione sul prezzo con le aziende, ma ottenere uno sconto va bene per il Ssn che garantisce l’accesso alle terapie, però riduce ancora di più le opportunità per le aziende. Credo che il vero tema sia quello di capire se le terapie avanzate sono un settore di interesse per il Paese dal punto di vista dello sviluppo economico e industriale. Perché se è così, e io lo credo fortemente – sottolinea – allora bisogna avere il coraggio di buttare il cuore oltre l’ostacolo e creare situazioni che incentivino la produzione e la ricerca di queste terapie in Italia”.