“È una sconfitta difficile da spiegare: paghiamo le pressioni”
Una sintesi abbastanza estrema e, secondo diversi (tra tifosi, esperti e addetti ai lavori) anche un filino preoccupante per una Inter che, a detta dei più, dopo un sontuoso mercato estivo, non veniva semplicemente data come una delle società più uscite rinforzate dai momenti in entrata, ma anche come il club a cui meglio è più è riuscita la capacità di programmare un recupero di quel gap che ne avrebbe fatto, almeno sulla carta, la cosiddetta Anti-Juve.
Ecco, appunto, sulla carta. Perché questo è il punto, secondo il tecnico dei nerazzurri Luciano Spalletti che nelle interviste di rito post match dopo il pareggio col Torino alla seconda giornata di campionato, si è espresso in merito a quelle pressioni che i suoi ragazzi sentirebbero per essere stati indicati come la principale antagonista della schiacciasassi bianconera.
Cè chi obietterebbe che, con il blasone dellInter, la storia e la necessità di ritornare in alto dopo la conquista faticosa dellultimo gradino utile per la champions nellultima giornata dellultimo campionato contro la Lazio in quello che era una sorta di all-in da dentro e fuori, di fatto la pressione non poteva che essere messa in conto. E che, nei fatti, per una squadra che si presenta ai nastri di partenza con un roster effettivamente rinnovato e rinforzato, non si può che pretendere perentoriamente una crescita nei risultati.
Risultato: un punto in due gare, con sconfitta col Sassuolo e pareggio col Toro dopo il 2-0 iniziale. Luciano Spalletti è sconcertato e parla si squadra ancora non matura per il vertice: “Essere da scudetto significa vincere tutte le partite. E questo diventa difficile per la nostra provenienza: dobbiamo fare ancora dei passi in avanti. Lanti-Juventus possiamo un giorno anche diventarlo, ma dobbiamo prima pensare a rimontare 20 punti sul Napoli. Sentire dire che lottiamo per il titolo crea delle pressioni. E se vogliamo diventare davvero da scudetto dobbiamo iniziare a pedalare forte”.