Difesa ad oltranza, squadra compatta e corta e ripartenze in contropiede alla ricerca di occasioni.
Il piano di Mourinho dichiara sin dall’inizio l’inferiorità tecnica nei confronti del Napoli ma naufraga tra le pieghe di una gara rinunciataria oltre ogni limite per mancanza di interpreti all’altezza.
E dire che gli azzurri di Spalletti non hanno certo disputato la loro miglior gara ma di fronte alla pochezza degli schemi giallorossi (si è rivisto il vecchio palla lunga e pedalare…) hanno comunque fatto la partita e vinto alla fine con merito.
Le giustificazioni arbitrali di Mourinho (troppi cartellini gialli comminati alla squadra) e le carenze fisiche di molti giocatori (Zalewski out prima del match, Matic e Pellegrini infortunati) non bastano a spiegare totalmente questo brusco atterraggio sul pianeta realtà di una squadra che se avesse vinto, o almeno provato a farlo, sarebbe arrivata a -1 dalla vetta.
Ieri poi ci si è messo, per la prima volta in stagione, anche Smalling (nella foto), ultimo e insormontabile baluardo di una retroguardia che aveva subito solo un goal nelle ultime due gare.
Con la complicità di Rui Patricio sul goal di Osimhen (il numero 1 portoghese dimostra ormai scarsa reattività e non si ricordano parate decisive nelle ultime giornate) il difensore inglese ha rischiato subito l’autogoal e, caso più unico che raro per lui, ha subito un’ammonizione che ne ha limitato il rendimento nel corso della partita.
Con un centrocampo dove l’unico a brillare è stato Camara, almeno fino a quando ritmo e muscoli lo hanno sostenuto, la nota dolente- come sempre- è stato l’attacco incapace in 98’ di finalizzare una sola volta in porta.
Solo di Abraham, Zaniolo e Belotti la colpa?
Detto di un paio di contropiedi non finalizzati nell’ultima giocata e di qualche sporadico strappo in solitaria di Zaniolo, il reparto offensivo giallorosso sembra abbandonato a se stesso. Notizia non nuova che ormai rischia di cronicizzare quella sterilità offensiva della quale non si vede la cura a breve termine.
Prima del derby spartiacque della stagione (con la Lazio di Sarri capace di sbancare Bergamo senza Immobile) arrivano la decisiva trasferta finlandese in Europa League (senza Zaniolo, squalificato) e quella di Verona in campionato.
Prove da non fallire per non rischiare di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano a inizio novembre.
Rui Patricio 5,5, Ibanez 5,5, Smalling 5,5, Mancini 6 (dall’82’ El Shaarawy ng), Karsdorp 6 (dall’82 Vina ng), Cristante 5, Pellegrini 5, Camara 6,5 (dall’82’ Matic ng), Spinazzola 5 (dall’85’ Shomurodov ng), Pellegrini 5, Zaniolo 5,5, Abraham 5 (dal 63’ Belotti 5). All. Mourinho 5
Claudio Fontanini